Giornalista e scrittore
 

Falcone e il ricordo di quel 23 maggio 1992

Falcone e il ricordo di quel 23 maggio 1992 tragico con le immagini della strage di Capaci che posero un velo silenzioso

Falcone e il ricordo di quel 23 maggio 1992 tragicoIl ricordo di Giovanni Falcone e di quel tragico 23 maggio 1992 le cui immagini posero un velo di rispettoso silenzio su un paesino del Salento. Ero in casa a leggere quel sabato pomeriggio sconvolto all’improvviso. Una sorta di sabato del villaggio di Leopardiana memoria in attesa della domenica che forse avrei trascorso al mare.

L’aria calda si infilava attraverso le finestre aperte e parzialmente riparate dalle tende. Erano le prime prove di un’estate che sarebbe stata arroventata. Il venticello che pure spirava con il suo carico di umido scirocco, era poco capace di alleviare il peso della giornata. Verso le 18 il babbo, che era in sala insieme alla mamma, venne in camera mia per allertarmi. In tv stavano passando delle immagini che non facevano intendere niente di buono. Accesi la piccola tv in bianco e nero che avevo nella mia stanza. Me l’aveva regalata lo zio Antonio per la Cresima.
Mi sintonizzai sulle reti della Rai mentre passavano le macerie dell’autostrada Palermo-Capaci. Ho impresso il ricorso di una Lancia Thema accanto ai resti di una Croma bianca blindata. A bordo di quelle auto viaggiavano il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. Dall’aeroporto di Punta Raisi, che poi sarebbe stato intitolato a lui e a Paolo Borsellino, erano diretti a casa per trascorrere qualche ora di relax lontano dalla Capitale dove il magistrato era stato trasferito.
Mio padre mi guardava con un’espressione interrogativa di chi poco comprendeva la portata di quanto di grave era accaduto. La Mafia aveva sterminato il simbolo della lotta alla criminalità organizzata. Ricordo ancpra il vuoto carico di silenzio che si respirava. In casa, come in tutta la contrada del mio piccolo paesino nel profondo Salento. Una sorta di atteggiamento rispettoso nei confronti di chi rappresentava il tentativo di riscatto contro ogni forma di violenta oppressione.

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