Covid19 e vaccini al centro di molti dubbi e tante ombre che limitano la fiducia nella scienza e in chi la gestisce
Foto Freepik
Il Covid19 e i vaccini per combattere quella che è stata definita la pandemia da Coronavirus sono al centro di un dibattito a dir poco complesso e non privo, almeno nel mio caso, di molti dubbi e tante ombre. Trovo che questa vicenda e la sua narrazione siano state caratterizzate da numerose zone d’ombra che danno inevitabilmente un alone di scarsa credibilità a quanto è stato detto in questi mesi. E ciò non fa che alimentare il retropensiero di chi non è abituato a prendere per oro colato ciò che viene detto dal mainstream. O di chi ha, quantomeno, una coscienza critica che tenta di metterlo al riparo dal pensiero unico massificato. Qualche benpensante liquiderebbe superficialmente la questione come teoria complottistica. Ma, a mio avviso, qualche domanda bisognerebbe porsela su questo periodo buio senza boutade simil radical chic.
Uno strano virus
Non so voi, ma io trovo strano un virus nottambulo. Un virus biasanot che colpisce con il favore delle tenebre e perde forza di giorno nonostante gli stessi comportamenti. Così come mi lascia perplesso questo feroce killer che, come i kamikaze, attacca gli assembramenti. È pietoso con i singoli e chiude un occhio verso i gruppi che non superano le sei unità. Ma è molto sportivo. Infatti, non colpisce chi gioca a calcio a livelli professionistici e gode delle esultanze dopo un gol senza conseguenze mortali.
Non mostra, però, la stessa sensibilità per chi frequenta ristoranti e bar, specie dopo le 18. Abbiamo anche scoperto che è un virus che ama la bella stagione. E da maggio a fine settembre permette di godersi i luoghi di villeggiatura e divertimento senza alcuna limitazione o pericolo. Ecco, c’è da dire che non ama la scuola, la sanità e la giustizia dove colpisce duramente costringendo a chiusure e rallentamenti. Ma adora i dipendenti pubblici che possono praticare lo smart working. Non continuo con questi esempi perché sarebbe come sparare sulla Croce rossa e, visti i tempi, non è proprio il caso…
Un virus generoso
Però è un virus spietato. Dicono che abbia una mortalità mai vista prima. Ma dicono anche che il 95% di chi lo contrae sia asintomatico. In principio dissero, pure, che bruciava i polmoni. Poi qualcuno si fece sfuggire che erano sbagliati i protocolli. E più del virus, a quanto risulta, potettero gli uomini. Dicono pure che un paziente colpito da Covid19 costi allo Stato, e quindi alle nostre tasche, circa 2.000 o 2.500 euro al giorno.
Sappiamo tutti che queste persone vengono ricoverate negli ospedali che per definizione sono delle aziende. Infatti, le chiamano Aziende Asl. E il principio cardine di una azienda è produrre profitti. Se dai tutti quei soldi in un giorno per un solo cliente è normale che i manager di un’azienda siano contenti. E, più di loro, a fine anno sorrideranno i bilanci. Pertanto, non ci sarebbe da meravigliarsi se per il 2020 molti manager della sanità pubblica venissero issati su un trono come novelli Re Mida.
E come loro potrebbero essere beatificati tantissimi primari. Perché, grazie al Covid19, a come raccontano, la mortalità in certi reparti è praticamente rasente lo zero per quanto riguarda le altre malattie. Anzi, da quanto riferiscono i media, pare che non muoia più nessuno per patologie diverse dal coronavirus. Ovvio pensare che reparti così meritino l’aureola della santità.
Covid19 e vaccini
Arriviamo, infine, al discorso relativo ai vaccini per sconfiggere questo maledetto Covid19. In pochissimo tempo, la scienza ci ha donato un vaccino. Non è più come una volta, ora i progressi procedono alla velocità della luce. O perlomeno per certe patologie. Noi tutti giustamente crediamo alla scienza e ai suoi importantissimi progressi e ci mancherebbe il contrario. Ma non trovo folle chi nutre qualche dubbio su chi gestisce la scienza. E chi gestisce la scienza sono solitamente le case farmaceutiche.
Si tratta, anche in questo caso di aziende. Un’impresa, per esistere, deve vendere e produrre utili. E la storia ci ha insegnato che gli interessi economici spesso non vanno a braccetto con la salute. Pertanto, una cattiva coscienza potrebbe essere spinta a pensare che un’azienda che fa fortuna solo con le malattie non riceverebbe alcun beneficio se la gente fosse sana. Quindi, se la sofferenza dovesse scomparire segnerebbe una catastrofica fine per chi gestisce la maggior parte delle ricchezze che muovono il mondo. E di questi tempi è anche più difficile e più complicato fare guerre…
Come funziona il vaccino
Non capisco di medicina, e mi scuso se dovessi essere impreciso. In base a quanto dicono, i vaccini che sconfiggeranno il Covid19 e quindi la pandemia non inoculano un pezzettino di virus, ma un acido nucleico come il DNA che si chiama RNA. Si tratta di una molecola che ha molto peso nella codifica, decodifica, regolazione ed espressione dei geni.
Gli organismi cellulari utilizzano l’RNA messaggero (mRNA). E attraverso l’informazione genetica contenuta nel mRNA ha luogo la sintesi proteica. Abbiamo, cioè, il processo biochimico attraverso il quale si impongono delle funzioni alle cellule. Di norma l’mRNA trasporta proprio le informazioni genetiche codificate dal DNA del nucleo della cellula. E fornisce le istruzioni necessarie per le fondamentali funzioni biologiche.
Dunque, inoculando un piccolo filamento di mRNA, prodotto a partire da un gene sul DNA attraverso il processo di trascrizione, si dice alle cellule cosa fare. Nel caso dei vaccini contro il Covid19 e la pandemia, queste informazioni dovrebbero mettere in allarme il sistema immunitario e indurlo a produrre gli anticorpi per mettere ko questo killer nottambulo.
Interessi e salute
Fin qui niente di male. Ma la storia, lo sappiamo, si ripete sempre. Anche quando passa inosservata come un leggero stormire di foglie al primo leggiadro vento autunnale. E ci insegna che la realtà è molto più prolifica della fantasia. Non sono i film o i gialli ad ispirare la realtà. Ma è questa a mettere in moto la fantasia per colorare e infiocchettare storie che poi vediamo al cinema o leggiamo nei libri. E io, come molti sanno, scrivo i gialli del cronista Saru Santacroce dopo essermi occupato di cronaca nera per oltre venti anni.
Pertanto, non riesco a biasimare una coscienza critica che si dovesse porre il dubbio di quanto potrebbero essere scontente certe aziende a vedere gente in salute. E, sempre seguendo questo filo logico, non giudico male una coscienza critica che dovesse chiedersi chi potrebbe impedire di infilare tra le istruzioni trasportate dal mRNA qualche pezzettino di codice birichino. Ossia, delle istruzioni che dicano alle cellule di sviluppare, magari tra qualche anno, altre patologie che alimentino il mercato e il conseguente vorticoso giro di risorse.
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