Per Emiliano e Ingroia è dura la vita senza la casta che ti difende e nasconde la tue inefficienze. Chissà se quando Michele Emiliano era sindaco di Bari c’era già l’usanza di far esplodere i fuochi d’artificio per festeggiare una qualche ricorrenza criminale.
Magari i clan l’hanno introdotta dopo che il pm-sceriffo ha smesso di controllare il proprio territorio. Da quando, cioè, si sta concentrando sulle sorti della Puglia prima di lanciarsi alla conquista del Paese, via Pd. E da lì magari gettare le basi per dominare il mondo seguendo le orme di un qualche personaggio di Ian Fleming, papà di James Bond.
Raccontano le cronache che il 6 marzo scorso i clan baresi abbiano festeggiato in maniera pirotecnica un agguato mafioso nel quartiere Japigia che è costato un morto e un ferito grave. E che cosa analoga sia avvenuta anche il 27 febbraio in una circostanza più amena rispetto al comitato di benvenuto andato in scena qualche giorno fa. Ma i problemi di Bari non sono scomparsi quando Emiliano era sindaco, così come continuano ad esistere quelli della Puglia e del Salento in particolare. Senza dimenticare l’accerchiamento criminale intorno al Foggiano come indicano le cronache di questi giorni.
Ciò spinge a pensare che se Emiliano dovesse fare il magistrato come fa il politico, l’unico vero regalo che potrebbe offrire alla comunità sarebbe starsene a casa. Perché se fai parte della casta nessuno ti chiede conto. Ma quando ne sei fuori diventa molto più dura nascondere ciò che non si è in grado di fare.
Valutazione che probabilmente dovrebbe fare anche l’ex pm Antonio Ingroia. In qualità di amministratore della società regionale Sicilia e-servizi avrebbe percepito indebitamente un bel gruzzolo in rimborsi per trasferte. Almeno ciò è quanto gli contesta la Procura di Palermo che lo sta indagando. Inoltre si sarebbe autoliquidato un’indennità di 117 mila euro a fronte di un utile societario di appena 33.000 euro causando all’azienda che gestisce un deficit di bilancio.
La storia e la cronaca dimostrano che il reale valore di certe persone si veda proprio quando dalle parole passano ai fatti. E nel caso dei due ex colleghi in questione emerge quanto diventi tutto più difficile quando viene a mancare il preziosissimo baluardo offerto dalla casta. Una casta che non prevede il controllo e la verifica dell’operato e quindi non impone di dare conto di ciò che si fa. O, più di frequente, di ciò che non si fa. Ecco perché per Emiliano e Ingroia la vita è dura senza la casta.