Giornalista e scrittore
 

L’ipocrisia su Favour e i piccoli meno fortunati

L’ipocrisia su Favour e i piccoli meno fortunati per i quali non c’è la stessa gara di solidarietà a trovare una casa

L'ipocrisia su Favour e i piccoli meno fortunati

L’ipocrisia buonista su Favour si scontra con quella inesistente verso i tanti piccoli e meno fortunati ragazzini bisognosi. È commovente vedere la storia a lieto fine della piccola Favour, la bimba di nove mesi sbarcata qualche giorno fa a Lampedusa senza la mamma morta durante la traversata.

Bello sapere che abbia trovato una famiglia che l’ha accolta e che altre cento si fossero offerte per la stessa ragione. Mi sarebbe anche piaciuto, però, sapere che quelle cento famiglie che non hanno potuto accogliere Favour si fossero date da fare con la stessa determinazione per accogliere altrettanti bambini sfortunati che vivono nelle case famiglia o in situazioni disagiate.
Piccoli che sarebbero contenti di trovare una famiglia pronta ad accoglierli. Così come mi sarebbe piaciuto che l’ispettrice della Questura di Agrigento avesse detto che nei suoi occhi e nei suoi pensieri, quando va a letto e quando si sveglia, non c’è solo la piccola Favour. Ma anche i tanti bimbi sfortunati che vivono nel resto del Paese.
Così, però, non è andata. E nel commentare questa vicenda ho come l’impressione che ancora una volta vi sia tanta ipocrisia. Perché a prendersi cura di Favour si finisce sotto i riflettori e magari si fa carriera. Al contrario, la destra non saprebbe cosa fa la sinistra se si pensasse ai tanti altri bambini sfortunati come lei.

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