Il silenzio che avvolge una vile aggressione ai carabinieri della compagnia di Pitigliano, in Toscana, è da brividi
Il silenzio che avvolge una vile aggressione ai carabinieri della compagnia di Pitigliano, in Toscana, è veramente da brividi. Un carabiniere è in pericolo di vita mentre il suo collega rischia di perdere un occhio. La loro unica colpa è stata di aver fermato quattro giovani chiedendo loro di sottoporsi all’alcotest. Ma ciò che colpisce maggiormente è che intorno a questa storia ci sia un silenzio tombale.
Durante un controllo due militari sono stati aggrediti a bastonate da quattro giovani, tra cui tre minorenni, nei pressi di Sorano, in provincia di Grosseto. Le due vittime avrebbero potuto usare l’arma di ordinanza. E magari avrebbero potuto uccidere qualcuno dei quattro vili aggressori. Probabilmente avrebbero salvato la propria vita ora in pericolo. Mi chiedo perché i benpensanti di turno non dicano la loro su questa assurda vicenda. Non voglio pensare che lo avrebbero fatto solo se fosse morto uno dei quattro per via della naturale e giustificata reazione dei militari aggrediti.
Così come non voglio pensare che la vita di un uomo che indossa la divisa e svolge il proprio lavoro valga meno di quella di un delinquente. Perché come diceva Pasolini anche loro sono figli del popolo. Sta di fatto che non mi sembra che si siano sollevati moti di indignazione. Ciò che mi colpisce molto è il silenzio che avvolge una vile aggressione. E non voglio qui ricordare la vicenda di Carlo Giuliani quasi diventato santo. Un giovane morto mentre aggrediva con il volto coperto e con un estintore in mano un altro giovane che di diverso rispetto a lui aveva solo la divisa che indossava. I protagonisti dell’assurda vicenda di Grosseto erano a bordo di un’auto quando sono stati fermati da una pattuglia del nucleo radiomobile della Compagnia di Pitigliano.
Sulla gazzella c’erano un appuntato di 43 anni, le cui condizioni sono ora definite «gravissime», e un carabiniere scelto di 34, per dei normali controlli. A circa 5 km dal luogo dell’aggressione era in corso un rave party, l’ipotesi è che i giovani vi abbiano partecipato. Quando i militari hanno chiesto ai quattro di sottoporsi al test dell’alcool, però, questi si sono rifiutati e hanno aggredito i due carabinieri con calci, pugni e bastoni. Per colpire i militari sarebbe stato usato anche un paletto di recinzione. Poi sono risaliti in auto e sono fuggiti. Una pattuglia della compagnia di Saturnia li ha intercettati e dopo un inseguimento e spari alle gomme ha fermato l’auto con i quattro fuggitivi.