Se lo straniero truffa l’Inps meglio tacere come dimostra l’indagine della Finanza che non ha avuto alcuna eco sui media
Se lo straniero truffa l’Inps meglio tacere e non informare l’opinione pubblica. La notizia è di quelle buone, ma il prezioso e certosino lavoro della Guardia di Finanza non ha trovato la giusta eco sui mass media.
Ieri si è saputo che dei furbetti hanno truffato l’Inps per circa 16,5 milioni di euro e sono stati scovati con l’operazione denominata “Italians Out”. I media nostrani, però, hanno dato una notizia annacquata. Si sono limitati a spiegare che alcuni furbetti “dopo aver ottenuto l’assegno sociale dall’Inps, si erano trasferiti all’estero ma continuavano a riscuotere l’assegno attraverso l’accredito sul conto corrente oppure tornando saltuariamente in Italia”.
E’ vero che chi percepisce una pensione sociale non può trasferirsi all’estero, ma ciò non vale solo per gli italiani. La verità è che in questo Paese, è ormai assodato, la censura innata, latente e strisciante colpisce anche le notizie nella loro completezza. Diciamo una sorta di ritorno al Fascismo quando certi fatti non potevano comparire sui giornali.
Pertanto, siccome la truffa all’Inps è stata commessa anche da cittadini stranieri è bene non farlo sapere e restare sul vago. Così non si rischiano insensate accuse di razzismo. E si resta nell’alveo del sereno pensiero unico massificato. In realtà i finanzieri hanno appurato ciò che si conosce da anni. Ciò che emerge puntualmente in tutta la sua insensatezza, specie in tempi di dure ristrettezze.
Un cittadino straniero regolarmente residente in Italia da dieci anni può far arrivare gli anziani genitori o parenti nel Belpaese attraverso il ricongiungimento familiare. Se hanno più di 65 anni e risultano residenti hanno diritto a percepire la pensione sociale anche se non hanno mai versato un centesimo.
Una volta ottenuta la pensione, però, solitamente se ne tornano a casa loro con la certezza di avere in tasca circa 6.000 euro l’anno. Tutto ciò è reso possibile dalla legge 388 del 2000 che ha riconosciuto l’assegno sociale anche ai cittadini stranieri. Senza però limitare le distorsioni di cui sopra.