La crisi di governo salva Salvini e interessi degli amici mettendo il primo al riparo dagli obblighi verso il Paese
La crisi di governo salva certamente Salvini dalla resa dei conti. Perché è innegabile che fossero davvero tante le promesse difficili da realizzare. Ma potrebbe costargli cara in termini elettorali facendolo sbattere contro l’eterea consistenza dei sondaggi. I tanti temi scottanti sul tavolo del governo erano come i nodi che prima o poi vengono al pettine.
La riduzione delle accise sui carburanti era un suo cavallo di battaglia che evidentemente è morto ancora prima della battaglia. La promessa flat tax dava l’impressione di un aborto sicuro che l’avrà convinto a disfarsi del feto e dell’acqua sporca. Così come è evidente che il taglio dei parlamentari non può essere una priorità per chi come lui fa della politica un mestiere.
La riforma della giustizia non era in cima ai suoi sogni. In fondo lui non è un cittadino qualunque alle prese con la casta e le sue farneticazioni. E in quanto capitano si sente evidentemente ingiudicabile e al di sopra delle parti. Così come c’è da credere che non avrebbe mai dato il proprio assenso alla revoca della concessione delle autostrade. Specie se quella revoca è contro una società veneta nonostante resoconti e perizie propendano per quella soluzione. Una tale scelta coraggiosa potevano solo auspicarla i Cinquestelle che hanno dimostrato di non avere interessi reconditi da coprire o da salvaguardare. Così come la Tav è solo un modo per far girare soldi. E quando la macchina parte è difficile capire dove vanno a finire. Se non si perdono in compensi e regalie certamente si tramutano in voti.
Di fronte alle difficoltà che ne avrebbero sancito il fallimento certo, mettendolo a nudo, l’aspirante re ha pensato bene di staccare la spina al governo. In questo modo, nei suoi piani, potrà galleggiare qualche altro anno. E in quel periodo potrà divertirsi a solleticare il proprio ego prima che gli italiani mettano fine alla sua disgraziata e sguaiata stagione. Certamente la crisi di governo salva Salvini dalla imminente resa dei conti con una bolla costruita su bugie e slogan seminati sui social come bocconi avvelenati. Ma non è detto che gli porti la dote che si attende.
Dal canto loro i Cinquestelle pagano la loro eccessiva accondiscendenza nei suoi confronti. Verso chi, più scaltro di loro, stava scavando il terreno sotto i loro piedi fingendo fedeltà alla causa per il bene del Paese così come avevo già scritto qui.