La libertà di pensiero nel saggio giuridico Senza Bavaglio spiegata attraverso il lavoro di dottrina e giurisprudenza
La libertà di pensiero è al centro del saggio giuridico Senza Bavaglio che spiega questo concetto e la sua evoluzione attraverso il lavoro di dottrina e giurisprudenza. Si parte da quanto recita l’articolo 21 della Costituzione. Il primo comma dice che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Mentre il secondo aggiunge che la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Pertanto, la libertà di manifestazione del pensiero include e sottende anche la libertà di informare. E quindi viene riconosciuto il diritto dell’informazione. Ovviamente, oltre a la libertà di manifestazione del pensiero, c’è anche la libertà di non manifestarlo. In pratica, il soggetto non deve essere costretto a dire ciò che non vuole rendere pubblico. Grazie al lavoro di dottrina e giurisprudenza è stato poi possibile riconoscere anche il diritto all’informazione. Ossia il diritto a essere informati e ad informarsi.
Hanno entrambi la stessa valenza e lo stesso riconoscimento costituzionale. Perché è ovvio, anche se spesso non emerge nella realtà, che occorra informarsi prima di informare. Occorre avere a disposizione notizie, dati, fatti e informazioni prima di esercitare la libertà di manifestazione del pensiero così come viene sancita dalla Costituzione. Ulteriori approfondimenti su questo importante argomento si possono trovare nel saggio giuridico Senza Bavaglio.