Le ragioni di Fitto e la politica senza costrutto né frutti di democristiana memoria nello scontro con Berlusconi
Nello scontro con Berlusconi sulla gestione di FI ritengo che siano valide le ragioni di Fitto anche se di base li accomuna la politica senza costrutto e risultati di democristiana memoria.
Riconosco all’onorevole Raffaele Fitto grandi capacità politiche difficilmente individuabili nei tanti, troppi, politicanti in giro per la Penisola. Del resto, la scuola e la fonte a cui si è abbeverato è di quelle buone.
A mio avviso ha ragione su tutta la linea quando critica la gestione di Forza Italia. Una gestione personale basata esclusivamente sulle capacità contemplative e divinizzanti verso il capo. Che non tiene in alcun conto il consenso e il radicamento sul territorio.
E oggi, in Mezz’ora, Fitto ha ulteriormente esplicitato il suo pensiero col quale non si può non essere d’accordo. Ma non sono mai stato fittiano tranne che alle elezioni del 2000. Allora in tanti avemmo il sogno di un rappresentante del Salento alla guida della Puglia.
Un’occasione per restituire alla terra baciata dai due mari la dignità e il riconoscimento che le spettano. Un’occasione per far capire a Bari che il Salento non è l’estremo e povero lembo d’Italia. Bensì una terra ricca di storia, cultura e bellezze che ha diritto di avere l’opportunità di giocarsela. A cominciare proprio da una giusta ed equa politica dei trasporti che non si fermi, come adesso, a Bari. Lì pensano al secondo aeroporto quando da 30 anni non si riesce ad aprire alle rotte civili quello di Galatina, nel cuore del Salento.
Quel sogno purtroppo si è infranto di fronte alla politica fin troppo japigiana di Fitto che dà l’impressione di vergognarsi di essere salentino. Ho così capito che la politica dell’onorevole di Maglie non collima per nulla con la mia idea di politica. Sarò idealista e romantico, ma io vedo la politica come servizio per gli altri.
Come il fare le cose che servono. Che crea le condizioni per la crescita di un territorio e non come finalizzata a se stessa per il rafforzamento del proprio potere personale. Non basta saper parlare, occorre anche agire. E sfido chiunque a dirci che vantaggi ha portato Fitto al Salento grazie al suo ruolo di parlamentare europeo.
Che opportunità da cogliere ha saputo indicare. Non un problema di adesso. Perché sfido chiunque a dirci cosa il Salento abbia ricavato dal suo governatorato e cosa dal suo Ministero ai tempi del governo Berlusconi.