Giornalista e scrittore
 

Libri in selfpublishing

Libri in selfpublishing o tramite un editore tradizionale è il dilemma di chi si affaccia nel mondo dell’editoria

Libri in selfpublishing o tramite un editore tradizionalePubblicare i libri in selfpublishing o con un editore tradizionale è il dilemma che affligge chi si affaccia per la prima volta nel mondo dell’editoria. Lo confesso, è successo anche a me la prima volta. Ma dopo oltre dieci anni credo di avere le idee un po’ più chiare. Dico credo e aggiungo un po’ perché, come diceva Eraclito, tutto è relativo, tutto scorre e non sarà mai possibile fare il bagno nella stessa acqua. Con il passare del tempo, infatti, le cose cambiano e ciò che rappresenta una certezza oggi non è detto che lo resti domani.

In questi anni ne ho viste e lette davvero tante. E pertanto credo di poter dire la mia su quale possa essere la scelta migliore quando occorre decidere se pubblicare i libri con il selfpushing o con un editore tradizionale.
Per quanto mi riguarda, ho fatto una scelta a suo tempo e per il momento la porto avanti. Poi, come dicevo prima, non ho la sfera di cristallo e non so cosa potrà accadere in futuro.
Ho avuto a che fare con tante case editrici o pseudo tali. Pertanto, ho ricevuto tante (pseudo) proposte di pubblicazione. Mi sono arrivate richieste di contributo, sotto voci fantasiose, anche da case editrici conosciute. Pseudo editori che mi chiedevano un contributo per pubblicare il mio libro.
Quindi, come si può vedere, il confine tra un editore serio e uno meno è davvero molto sottile. Non avendo avuto alcun obbligo da parte del medico, ho tenuto il libro nel cassetto per parecchio tempo prima di procedere con la pubblicazione.
Dieci anni fa era davvero un altro mondo. Eravamo solo nelle mani della cosiddetta editoria tradizionale o, mi ripeto, pseudo tale. Per cui, se desideravi far venire alla luce la tua creatura e non avevi alcuna conoscenza dovevi per lo più pagare. Amazon era agli albori e non offriva le opportunità di oggi. E non c’erano le piattaforme che ci sono adesso.
O, quantomeno, non offrivano le odierne possibilità. Di fatto Smashwords è stata fondata nel 2008. Un anno dopo è comparsa Kobo. Amazon c’era già ma non come la conosciamo ora. A dire il vero, qualche proposta interessante l’ho anche ricevuta ma è stato davvero un attimo. Pareva fatta con una casa editrice molto nota. Ma poi, non so perché, il discorso si è interrotto sul più bello.

Pubblicare libri in selfpublishing è impegnativo

Libri in selfpublishing o tramite un editore tradizionaleCosì, dal 2012 mi sono tuffato nel selfpushing e devo dire che sono abbastanza contento della scelta fatta. Il sogno di molti è cimentarsi con l’editoria tradizionale e non con il selfpublishing, visto come un’alternativa di serie B. Non sono affatto d’accordo e proverò a spiegarlo. Chi fa selfpublishing è di fatto imprenditore di se stesso e di sicuro gli costa molta fatica e risorse. Il selfpublisher non si limita solo a scrivere, anzi quella è una piccola parte.
Innanzitutto, deve scegliere un editor. Cosa per niente facile specie quando devi fare i conti con le risorse limitate. Cercare un bravo editor è come lanciarsi senza paracadute da un aereo in fiamme mentre sorvola l’oceano infestato di squali.
Si apre un mondo in cui ci sono quelli bravi, ma irraggiungibili perché costano; quelli meno bravi che pensano di essere dei fenomeni, specie quando chiedono il conto; quelli capaci che si accontentano, ma trovarli è come fare un terno al lotto. Ci vuole pazienza e un pizzico di fortuna, ma una buona scelta è fattibile.
Se non lo sai fare, devi trovare chi ti crea l’ebook e chi ti impagina il cartaceo. La trafila è uguale a quella descritta per l’editor. Quando ho iniziato non sapevo niente. Con pazienza e tanta buona volontà ho imparato a conoscere e ad utilizzare gli strumenti necessari per fare da solo. E in tal modo ho aiutato altri a realizzare il sogno di pubblicare i propri libri in selfpublishing.
Sulla copertina, a mio avviso, non c’è niente da fare: serve un aiuto. Ci sono trattati che parlano della sua importanza. Molto meno quelli in grado di indicarti un grafico che sia capace e che allo stesso tempo sappia accontentarsi. Ci sono tanti gruppi di discussione sui social che possono dare una mano e piattaforme valide come Fiverr dove scegliere e confrontare.
Infine, quando la tua creatura è pronta, inizia la parte più difficile: la distribuzione e la promozione. Anche qui, o fai solo se ne sei capace o ti affidi a qualcuno che non sia il solito rapace in attesa di sfruttare il prossimo. Ma la promozione, come direbbe qualcuno, resta l’anima del commercio. Se i lettori non ti conoscono è come se non esistessi.

Scrivere è il meno col selfpublishing

Come si può evincere, scrivere è il meno quando si sceglie di pubblicare i propri libri in selfpublishing. È un lavoro dispendioso e capisco che possa spaventare. Ma non è neppure semplice, se non impossibile, trovare una seria casa editrice che abbia mezzi e voglia di caricarsi questo lavoro per un autore sconosciuto.
Tutto quello che fai, però, ti resta. Lavori per te, sei padrone di te stesso e quello che sei in grado di guadagnare rimane a te.
Intanto, sei libero di raccontare la storia nel modo che più ti aggrada senza le inevitabili interferenze di chi pretende – non di rado sbagliando – di farsi interprete del tuo destino, magari seguendo mode evanescenti. Non è poco per come vanno le cose oggi, con la storia e la realtà stravolte da falsi miti o riletture figlie del nichilismo imperante dei nostri tempi.
In quanto indipendente, scegli il prezzo di copertina e puoi anche decidere di tenerlo più basso. Diciamo che 10 euro per un cartaceo potrebbe essere un prezzo equo se si è agli albori. E 2,99 vanno bene per un ebook. Prezzi che un editore tradizionale non praticherà mai rappresentando per te e per la tua creatura un handicap. Lo dico perché la gente fa fatica ad andare oltre i 10 euro per un autore ancora sconosciuto. E con i tempi che corrono non possono scialare neppure quelli noti.
Con i prezzi che ho indicato le varie piattaforme – Amazon, Smashwords, StreetLib, Kobo e via discorrendo – ti riconoscono più di quanto ti riconoscerebbe l’editore tradizionale. Ma con il vantaggio di avere prezzi calmierati e quindi più opportunità di vendita. Certamente si ha tutto sotto controllo, compreso il numero di copie vendute.

Le voci contrarie ai libri in selfpublishing

Libri in selfpublishing o tramite un editore tradizionaleCi sono tante voci contrarie ai libri in selfpublishing. Una tra queste, forse la principale, sostiene che i libri in selfpublishing siano di qualità scadente. Ci sono certamente dei casi in cui ciò accade. Ma tale assioma vale anche per la produzione delle case editrici, anche delle grandi, per non parlare di quelle a pagamento, i cosiddetti EAP.
Aggiungo che tanti autori emergenti come il sottoscritto hanno a disposizione una squadra di veri professionisti costruita nel tempo e con non poca fatica che garantisce la qualità del prodotto. Senza dimenticare il necessario amor proprio che dovrebbe impedire di mandare in stampa qualcosa di poco opportuno.
Aggiungo anche che sono tanti gli scrittori famosi che hanno deciso di abbandonare l’editoria tradizionale scegliendo di pubblicare i loro libri in selfpublishing. Perché alla fine non è la casa editrice che fa la differenza, ma lo scrittore e il suo talento. E se l’humus è buono non sono gli editori che lo stabiliscono, bensì i lettori.
I detrattori del selfpublishing ti diranno che solo con una casa editrice alle spalle è possibile accedere a determinate kermesse. È vero, ma le cose non girano proprio in maniera così lineare. Intanto, sono dell’avviso che non sia un premio a fare di un libro una grande opera. Perché, se così fosse, mi si dovrebbe spiegare dove sono finiti alcuni dei vincitori di riconoscimenti importanti di cui nessuno ricorda più nemmeno il nome.
E voglio qui ricordare che la Rowling, la mamma di Harry Potter, non ha fatto fortuna grazie a una casa editrice. La sua ascesa è cominciata proprio grazie al selfpublishing. Infatti, agli albori i suoi manoscritti sono stati scartati da quegli editori capaci, illuminati e lungimiranti che solo dopo si sono prostrati al suo successo.
Del selfpublishing e delle ragioni che secondo me non ne fanno una seconda scelta, ma una vera opportunità, ho parlato negli articoli qui di seguito cercando di sviscerare l’argomento in oggetto ed esserti di aiuto:

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