Giornalista e scrittore
 

L’Ue riprova a scaricare l’Italia sui migranti

L’Ue riprova a scaricare l’Italia sui migranti ma butta male perché ha a che fare con un governo che non si genuflette

L’Ue riprova a scaricare l’Italia sui migranti ma butta male

Per l’ennesima volta l’Ue riprova a scaricare l’Italia sui migranti. Ma a differenza del passato deve fare i conti con un governo che non si genuflette ed è costretta a fare marcia indietro. Ancora una volta abbiamo messo alla prova la falsità su cui poggia questo carrozzone nazicentrico. Perché le parole pregne di finta solidarietà dei giorni scorsi da parte di Macron e della Merkel stavano per ritradursi nell’ennesimo abbandono del nostro Paese sul problema immigrazione.

La musica, però, pare cambiata e ora il resto d’Europa deve confrontarsi con chi realmente difende gli interessi della nazione e dei suoi cittadini. Chi ci ha governato in passato è stato il mero esecutore dei diktat di Bruxelles. Lo ha fatto a scapito degli italiani e sappiamo come è andata. Oggi invece qualcuno ci difende anche se ciò fa venire inspiegabili forti mal di pancia a chi è minoranza e molto probabilmente tale rimarrà per molto tempo. A pochi giorni dal vertice informale di Bruxelles nel quale si parlerà proprio di come affrontare in maniera collettiva e solidale il problema migratorio, l’ennesima scorrettezza.
Francia e Germania hanno provato nuovamente a fare i furbetti del quartierino e hanno preparato una bozza. In essa si legge in particolare che occorre ridurre in modo significativo «i movimenti secondari, evitando attraversamenti illegali delle frontiere interne tra Stati membri di migranti e richiedenti asilo. E assicurando procedure veloci per i trasferimenti verso il Paese competente». Inoltre, si sollecitano procedure «veloci per le riammissioni dei migranti» oltre a «controlli dei viaggi in uscita alle stazioni di treni, bus e aeroporti».
Ciò significa che i migranti possono pure sbarcare in Italia purché da qui non vengano fatti uscire. Con ciò evitando, appunto, i cosiddetti movimenti secondari dall’Italia verso altri Paesi Ue. Paesi pronti a chiudere le frontiere per salvaguardare gli interessi propri come è sempre accaduto. Perché, è il senso della bozza, chi registra la domanda di asilo, deve farsi carico dell’accoglienza. Questo giochino va avanti da parecchi anni. E se Francia e Germania hanno provato a rifarlo è perché, evidentemente, in passato non hanno mai trovato alcun rappresentante italiano disposto a contrastarli.
Ora la musica è sensibilmente cambiata. Il problema immigrazione esiste. E va affrontato in maniera intelligente e lungimirante. Soprattutto con un’azione comunitaria che finora non c’è stata. E per la prima volta, dopo anni, abbiamo un presidente del Consiglio che ha il coraggio di dire no grazie a chi pensa di fare il bello e il cattivo tempo in Europa. E lo fa a scapito degli interessi dell’Italia e degli italiani, minoranza compresa.

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