Il bruco Veltroni dall’Africa alla Lega A potrebbe non essere la scelta ideale per il Paradiso del pallone in difficoltà
Dall’Africa alla presidenza della Lega A sarebbe certamente un bel salto per il bruco Veltroni. Ma non lo sarebbe probabilmente per chi se lo dovesse mettere in casa. Infatti, alzi la mano chi avesse in mente segni-azioni-fatti tali da inserirlo nella Hall of fame, magari di qualche affezionatissimo militante del Pd.
Sono escluse le parole dato che il nostro in quelle, ma purtroppo solo in quelle, è davvero capace. Sarebbe opportuno, però, evitare che qualche birichino cominciasse a tirare fuori legami con quel Luca Odevaine, già condannato per Mafia Capitale. Il famoso ‘facilitatore’ dell’amico-di-tutti Salvatore Buzzi. Il ras delle cooperative che lucrava sui soldi dei cittadini destinati all’accoglienza. Quell’Odevaine che è stato vice capo di gabinetto proprio di Walter Veltroni sindaco di Roma. A dimostrazione che il nostro fa fatica pure a scegliersi i collaboratori.
Un uomo, Odevaine, che probabilmente non era un santo neppure allora come, forse, non lo è mai stato. Specie se si considera che nel 1989 è stato condannato a “due anni di reclusione per il reato di stupefacenti”. Così ha scritto il gip Flavia Costantini nella sua ordinanza nell’ambito del procedimento su Mafia Capitale. E ha aggiunto che per quella “pena gli è stato concesso l’indulto nel 1991 e la riabilitazione nel 2003”.
E si sarebbe cambiato il cognome per sfuggire a ogni controllo sul suo passato. Così come sarebbe una cattiveria rilanciare ciò che si racconta delle concessioni edilizie, rilasciate durante il pontificato Veltroni, a grandi costruttori capitolini. Gente che realizzava paradisi non certo destinati a chi viveva drammaticamente l’emergenza abitativa.
Nascondendo il tutto dietro le luci della ribalta delle notti bianche, dei musei sempre aperti e della movida. Non sarebbe neppure opportuno fare illazioni sulla proposta di candidare il bruco alla presidenza della Lega Serie A. Quel bruco che non è mai diventato farfalla. Proprio come sosteneva Forattini nelle sue vignette. Forse è davvero messa male la Serie A se pensa a lui per il cambiamento, ultima spiaggia prima del commissariamento.
Così come sarebbe un delitto pensare male sulla casualità che a fare da cassa di risonanza a questa idea sia stata proprio Repubblica. Un quotidiano che all’ex segretario del Pd è evidentemente molto legato. Così è cominciato una sorta di giochino mediatico. Oggi prevede il presunto scoop del giornale dell’amico De Benedetti e tutti gli altri media a seguire a ruota.
In questo modo di fatto sostengono, corroborano e pubblicizzano la volata di ‘Wolter’ nel Paradiso del calcio. Perché, evidentemente, ma a dirlo sarebbero i soliti malpensanti, nell’inferno dell’Africa non si trovava molto bene.