Giornalista e scrittore
 

Alla sagra del migrante mangiano tutti

Alla sagra del migrante mangiano tutti come dice anche l’inchiesta Jonny altro che obbligo morale e umanitario

Alla sagra del migrante mangiano tutti secondo le inchieste

Alla sagra del migrante mangiano tutti così come dimostrano tante inchieste. L’ultima si chiama Jonny ed è della Procura di Catanzaro. I suoi risultati e i vari commenti che ne sono scaturiti hanno reso molto chiari i contorni della questione immigrazione. In base a quello che è emerso, l’accoglienza di chi fugge dal proprio Paese non rappresenta un obbligo morale o civile o umanitario. Di sicuro è un’opportunità.

Ma non nel senso aulico del termine come vogliono far credere i tanti moralizzatori, benpensanti o buonisti farisaici che pullulano in ogni dove. È un’opportunità in quanto business, perché porta soldi, perché dà un reddito, perché garantisce la pace sociale. Perché l’emergenza immigrazione (come ci si ostina ancora a chiamarla nonostante la questione sia in essere da oltre 20 anni) con la montagna di soldi che fa girare sta offrendo a tanti un lavoro.
Grazie ai migranti la gente lavora, ha un reddito, si riempie la pancia e sta più serena. A Isola Capo Rizzuto quasi tutti hanno trovato un’occupazione grazie all’accoglienza. Ed è fuorviante parlare di criminalità organizzata per nascondere la realtà dei fatti. È vero, secondo quanto dicono gli inquirenti, che la ndrangheta ha avuto la sua parte. Ma l’ha avuta come tutti gli altri che con l’immigrazione mangiano e fanno affari. Come coloro che, fino a prova contraria, mafiosi o criminali non sono. Vedi il parroco don Edoardo Scordio e Leonardo Sacco, governatore della “Fraternita di Misericordia”, l’ente che gestisce il centro di Isola.
Gente che urla razzisti e xenofobi a coloro che si limitano a chiedere spiegazioni. Che vorrebbero chiarimenti di fronte a un sistema accoglienza che non funziona nonostante i costi esorbitanti e che lascia i problemi irrisolti. Perché non va bene buttare in questo modo quei mille miliardi del vecchio conio che spendiamo ogni mese per questo tipo di accoglienza. Un’ospitalità che si materializza gettando in strada e in ogni dove i migranti senza alcuna prospettiva.
Se invece li usassimo per realizzare progetti di sviluppo nei loro Paesi di provenienza probabilmente non ci sarebbe questo esodo biblico. Ma è ovvio che se quei soldi li usassimo in quel modo praticamente nessuno in Italia mangerebbe come fa adesso grazie alla sagra del migrante.

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