Il saggio Senza Bavaglio sulla libertà di stampa in Italia che spiega l’evoluzione attraverso dottrina e giurisprudenza
Se stai cercando un manuale giuridico completo che spieghi l’evoluzione del concetto della libertà di stampa in Italia, il saggio Senza Bavaglio è senza dubbio la scelta giusta. E aiuta anche a capire le ragioni per cui il giornalismo in Italia è in stato comatoso. Il saggio parte dalla censura preventiva e dall’editto Albertino e affronta l’evoluzione del concetto di libertà di stampa. Ovviamente, l’articolo 21 della Costituzione e i suoi sei commi sono al centro di questo saggio.
Sviscera le interazioni tra l’articolo 21 e gli altri articoli della Costituzione. Spiega molto bene cos’è il diritto positivo di esprimere le proprie idee e quello negativo, ma altrettanto importante, di tacere. E da qui approda alla trasparenza dell’informazione amministrativa dopo aver ben spiegato cos’è il diritto dell’informazione e il diritto all’informazione. Un obiettivo raggiunto attraverso l’impegnativo lavoro di dottrina e giurisprudenza. E non manca di affrontare il lungo dibattito sulle concentrazioni editoriali. E sul necessario pluralismo delle fonti informative. Un pluralismo da garantire anche attraverso idonee leggi antitrust.
Questi e molti altri sono gli argomenti e gli approfondimenti del saggio giuridico Senza bavaglio – l’evoluzione del concetto di libertà di stampa supportati da una corposissima bibliografia.
La prima parte del saggio offre un excursus storico-politico-culturale nel quale è maturato il diritto di manifestazione del pensiero. Poi affronta i più scottanti temi di attualità nel dibattito sulle concentrazioni editoriali. Ma anche sul rapporto tra mass media e potere e sul conflitto di interessi.
Il quadro che ne emerge è desolante per via della reale mancanza di libertà della stampa. Una stampa sempre in cerca di risorse e di conseguenza poco cane da guardia nei confronti del padrone poco editore e molto intrallazzatore. Anche per questo un rapporto di Réporters sans frontières colloca l’Italia agli ultimi posti.
Approfondito lo studio dell’articolo 21 della Costituzione. Vengono esaminati i suoi collegamenti con molti altri articoli della Carta costituzionale che garantiscono la libertà di riunione, di movimento, di religione e via dicendo. Questa libertà non è comunque ampia. Infatti, esistono dei limiti come il buon gusto, il buon costume e l’apologia del fascismo.
Attraverso il lungo e faticoso lavoro di dottrina e giurisprudenza si è giunti poi al riconoscimento del diritto di informare, di informarsi e di essere informati. Che non sono altro che la declinazione del diritto dell’informazione e del diritto all’informazione. Questo lungo percorso si conclude con le leggi 142 e 241 del 1990 sulla trasparenza della pubblica amministrazione. Il saggio fa parte della bibliografia della prestigiosa enciclopedia Treccani e di molte altre riviste.