Articolo 21 della Costituzione nel saggio Senza Bavaglio che approfondisce il tema attraverso dottrina e giurisprudenza
Se cerchi un manuale giuridico che analizzi a fondo l’articolo 21 della Costituzione Senza Bavaglio rappresenta certamente la scelta giusta. Questo corposissimo saggio giuridico approfondisce il tema attraverso il lungo e complesso lavoro di dottrina e giurisprudenza. E offre numerosi spunti dai quali partire per confrontare le tesi di chi parla di eventuali limiti e di chi, invece, sostiene il contrario. Perché tutti i punti di vista vengono esaminati e posti all’attenzione del lettore.
Il saggio giuridico Senza Bavaglio parte dalla censura preventiva e dall’editto Albertino che rappresenta una boccata di ossigeno democratico. E da qui affronta tutte le vicende – dal punto di vista storico e giuridico – che in Italia hanno influenzato l’evoluzione del concetto di libertà di stampa e di pensiero. Dal fascismo approda all’articolo 21 della Costituzione con i suoi sei commi che sanciscono la libertà di manifestazione del pensiero.
Inoltre, spiega la differenza tra il diritto positivo di esprimere le proprie idee e quello negativo, ma altrettanto importante, di tacere. Perché le imposizioni non sono tali solo quando impediscono di dire ciò che si pensa. Ma anche quando impongono di dire qualcosa che non collima con il nostro pensiero.
Ogni singolo comma dell’articolo 21 della nostra Costituzione viene esaminato, studiato e approfondito attraverso il ricorso a molteplici fonti giuridiche. Da questo punto di vista, Senza Bavaglio rappresenta certamente uno studio molto accurato che si avvale dell’impegnativo lavoro di dottrina e giurisprudenza.
Un lavoro che negli anni ha meglio specificato, magari limato o arricchito ciò che i nostri Padri Costituenti hanno voluto comprendere con questi sei comma. E lo fa sempre tenendo conto del contesto in cui la nostra Costituzione e l’articolo 21 sono stati pensati e partoriti.
Infatti, da allora c’è stato un lungo cammino di interpretazione che ha portato al concetto di diritto dell’informazione che si coniuga con il diritto di informare, di informarsi e di essere informati.
Laddove informare sta per fornire le notizie e le informazioni necessarie a che si formi una coscienza e un’opinione pubblica alla base di una sana democrazia. Informarsi indica il diritto di cercare da sé le informazioni necessarie per avere contezza di ciò che ci circonda, In tal modo fornendo gli strumenti per partecipare alla vita democratica di un Paese o di una comunità. E essere informati rappresenta il diritto di avere un’informazione adeguata e quanto più veritiera possibile. A pensarci bene, con i tempi che corrono, tutto ciò appare sempre più come una chimera.
Infine, in questo saggio giuridico non manca il lungo dibattito sulle concentrazioni editoriali che portano con sé il rischio di limare la democrazia. E, ovviamente, spiega il perché sia necessario il pluralismo delle fonti informative. Così come lancia il sasso per infrangere il muro del segreto di stato che nulla ha a che fare o avrebbe a che fare con un paese democratico.
A corredo del tutto ci sono autorevoli approfondimenti che arricchiscono questo saggio e una corposissima bibliografia che sta alla base del lungo e faticoso lavoro fatto per mettere a punto questa opera.