Barack Obama dimostra che anche le lobby possono perdere ed è bello constatarlo nella sua rielezione a presidente Usa
La rielezione di Barack Obama dimostra che anche le lobby possono perdere. Ogni tanto è bello assistere a quello che il lato oscuro della storia molto spesso ci nega: anche il bello che non ti aspetti può accadere. E lo vedo nella vittoria di Barack Obama alle presidenziali Usa.
Uno si chiede perché un presidente che ha dato a tutti la possibilità di curarsi debba perdere le elezioni. Un risultato che non ha ottenuto neppure il ben più forte Bill Clinton. Perché un uomo che ha salvato delle aziende e quindi dei posti di lavoro non meriti la rielezione.
Perché uno che non fa sconti alle potenti lobby non debba trovare il sostegno della gente. In Italia tutto ciò non è affatto scontato. Anzi, è proprio da noi che abbiamo dovuto fare molto spesso i perdenti conti con il volto oscuro della realtà che poi diventa storia. Senza con ciò voler dimenticare che sono tanti i paesi cosiddetti democratici la cui stella non ha sempre brillato.
Però il messaggio che giunge da Oltreoceano è chiaro: non sempre le lobby, per quanto potenti, vincono. Romney era sostenuto dalle potenti banche americane colpevoli della crisi. Dalle potenti compagnie che vendono assicurazioni sanitarie, e ovviamente feroci avversarie di Obama. E aveva al suo fianco anche le grandi aziende che sempre più delocalizzano tagliando posti di lavoro in patria. Ma ha perso.
Chissà che il messaggio non venga raccolto anche in Italia in vista delle prossime elezioni. Per dire basta a chi dà soldi pubblici gratis alle banche che poi non li rimettono in circolazione di fatto bloccando l’economia. Per dire basta a chi tassa sempre i soliti. Per mandare a casa chi fa sconti alle compagnie assicurative a danno degli utenti. Per dire no a chi non trova soldi per i malati e taglia sulla sanità.