Mille miliardi al mese al vento per politica immigrazione fallimentare e niente in progetti e politiche di sviluppo
Fa rabbia vedere mille miliardi al mese gettati al vento per una fallimentare politica dell’immigrazione e non un centesimo in progetti di sviluppo. La domanda è semplice, semplice: se spendiamo circa 6.500 miliardi del vecchio conio l’anno per abbandonare della gente in una stazione, per strada, in qualche campo, in ogni dove si può parlare di una buona politica dell’accoglienza?
È quanto spenderemo noi italiani quest’anno per arricchire gli amici degli amici con la scusa dell’emergenza migranti. La cifra emerge dalla lettera che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha inviato a Bruxelles. Nel dettaglio regaliamo 35 euro al giorno per un adulto e 45 euro per un minore a coloro che gestiscono le strutture temporanee come alberghi, camping, ostelli, centri di prima accoglienza. Inoltre, con quei soldi paghiamo le spese di gestione delle operazioni di salvataggio in mare e gli stipendi delle tante coop bianche e rosse che sugli immigrati lucrano.
Quei 6.500 miliardi sono soldi che escono direttamente dalle nostre tasche. Al netto di un altrettanto importante flusso che ci passa l’Ue per questa benedetta emergenza. E siccome l’Ue, giusto per essere precisi, vive delle nostre dazioni sono sempre soldi nostri. A questa spesa, ci ricorda il ministro, andrebbero inclusi «i costi addizionali dell’integrazione sociale». Pertanto è più che lecito sostenere che buttiamo oltre 1.000 miliardi di vecchie lire al mese per niente.
Infatti, non diamo alcun futuro a chi sbarca sulle nostre coste. Non includiamo nessuno perché non basta mettere dieci immigrati in un condominio per creare amalgama. Inoltre, non risolleviamo l’Africa permettendo a quel continente di trasferirsi in Europa. Così come non risolviamo il problema del sovraffollamento, delle malattie e delle guerre.
In compenso, però, siccome diamo stipendi agli amici degli amici quanto meno abbiamo risolto in parte il problema della disoccupazione. Con 1.000 miliardi al mese, ci potrebbe spiegare un cooperatore vero, si potrebbero invece realizzare progetti e politiche di sviluppo nei Paesi di origine.
Mettendo in moto un meccanismo virtuoso capace realmente di gettare le basi per un mondo migliore. Sarebbe, però, la rovina degli amici e dei tanti che su questo flusso lucrano perché resterebbero senza risorse da rubare alla gente onesta.