Giornalista e scrittore
 

Le ragioni che fanno dell’Ue un obbrobrio

Le ragioni che fanno dell’Ue un obbrobrio sono tante e hanno trasformato una bella idea in una sorta di lager dei popoli

Le ragioni che fanno dell’Ue un obbrobrio e un lagerSono davvero tante le ragioni che fanno dell’Ue un obbrobrio oltre che un lager dei popoli. Da alcuni decenni la Germania ha un surplus commerciale che danneggia gli altri Paesi dell’Ue. I saurocrati di Bruxelles lo sanno ma nulla fanno per impedire questa distorsione. Da una parte ci sono paradisi fiscali come Irlanda e Lussemburgo. Dall’altra Paesi come l’Italia in cui lavori sette o addirittura otto mesi all’anno per pagare le tasse e nulla è stato fatto finora. Una comunità che si definisce unita non può tollerare il dumping. Eppure Bruxelles tollera che in Ue ci siano Paesi in cui i costi sono più alti e altri in cui sono molto ridotti. Così facendo favorisce di fatto la delocalizzazione delle imprese aggravando la disoccupazione in alcuni Stati.

L’Italia ha inserito in Costituzione la ‘trappola’ del pareggio di bilancio. Al contrario, da quasi un decennio la Francia continua a infischiarsene alla faccia della solidarietà e dell’uguaglianza. Non esiste ancora una omogenea rete protettiva sui conti correnti dei cittadini europei a causa delle resistenze tedesche. Il rischio è di non vedere più tutelati i loro risparmi in caso di fallimento della banca. Dal 2016 esiste il famoso bail in che nel caso di un’eventuale crisi bancaria impone che a pagare siano esclusivamente azionisti, obbligazionisti e soprattutto correntisti della banca stessa.
La regola è stata fortemente voluta proprio dalla Germania. E l’ha imposta dopo aver speso oltre 200 miliardi di soldi pubblici per salvare le sue banche. In Italia, infatti, sono stati i singoli risparmiatori a pagare gli errori della dirigenza di alcune banche come hanno ben spiegato le cronache degli ultimi mesi. Per anni solo l’Italia si è preoccupata di salvare e ospitare centinaia di migliaia di immigrati. Al contrario gli altri Paesi europei si sono limitati a guardare senza dito muovere. E anzi, quando si è parlato di ricollocamento si sono opposti, certi della vacuità delle minacce e degli strali di Bruxelles. Per non parlare delle ultime mosse di Francia e Germania che dopo aver finto solidarietà rimandano di sottecchi i migranti in Italia.
Queste e molte altre sono le ragioni che fanno dell’Ue un obbrobrio e che hanno trasformato una bella idea in una sorta di lager dei popoli di cui i tedeschi sono, tra l’altro, ottimi conoscitori. Che questa Ue sia sotto il giogo dell’asse franco-tedesco, ma soprattutto teutonico è sotto gli occhi di tutti. Grazie a questo obbrobrio denominato Unione europea, i nipotini di nonno Adolf hanno ottenuto più di quanto il loro antenato avesse mai potuto sperare.
La storia insegna che finora la Germania ha solo arrecato danni all’Europa. Dapprima con la guerra nazista di cui non ha pagato le spese (le furono abbuonate per non farla fallire) e poi con l’unificazione pagata dai contribuenti europei. E ora, dimentica di ciò che è stato, impone regole che si stanno rivelando deleterie. Prima tra tutte l’austerità che ha distrutto Grecia e Portogallo, messo in ginocchio Spagna e Italia e sta asfissiando l’economia. Di fatto dando corpo alle tante ragioni che fanno dell’Ue un obbrobrio.
Ad aggravare questa situazione è il famoso surplus commerciale che è frutto proprio dell’austerity. In Germania, spiegano molti osservatori non fiaccati dall’ideologismo, la domanda interna è quasi ferma con investimenti ridotti all’osso su innovazione e infrastrutture. Una situazione che sta spingendo verso l’arretratezza il sistema teutonico già fiaccato da un lento tasso di crescita della produttività. Un sistema incapace di dare risposte agli «enormi bisogni ancora non soddisfatti nell’assistenza sanitaria, nell’istruzione, nelle infrastrutture dei trasporti e della comunicazione». Al momento tutto sembra funzionare per il meglio e nessuno pare preoccuparsi del futuro. Ma prima o poi le politiche scarsamente lungimiranti costringono a pagare un prezzo alquanto pesante.
Al contrario, però, vengono sostenute le esportazioni che creano pesanti squilibri proprio ai Paesi meno in salute come appunto Grecia, Italia, Portogallo e Spagna. E ciò alla faccia della solidarietà e delle regole Ue che fissano il tetto del 6% del pil al surplus delle partite correnti. La regola del pareggio di bilancio di fatto impedisce a un Paese come l’Italia di investire un euro sulla crescita. Basti pensare ai tanti enti virtuosi che non possono fare investimenti a causa del patto di stabilità imposto da Bruxelles. Avendolo inserito in Costituzione poi impedisce una politica economica espansiva. Al contrario di ciò che avviene da anni positivamente in Usa e come imporrebbe qualsiasi manuale di economia per uscire da una situazione di crisi e rallentamento.
E di fatto oggi l’Ue sta facendo la guerra al governo in carica proprio su questa questione. Ma nessuna guerra ha mai dichiarato alla Francia cha da anni è sotto procedura d’infrazione perché non rispetta questa regola. Finché lo fanno i transalpini niente da dire. Ora che prova a farlo l’Italia si paventa la fine del mondo. Queste e molte altre sono le ragioni che fanno dell’Ue un obbrobrio e un lager.

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