Manifestazione del pensiero nel saggio Senza Bavaglio che approfondisce l’argomento in maniera molto accurata
Se cerchi un manuale che affronti il tema della manifestazione del pensiero, la scelta di Senza Bavaglio è senza dubbio quella più azzeccata. Infatti, questo completo saggio giuridico affronta l’evoluzione di tale concetto in Italia in maniera molto accurata e approfondita. E lo fa spiegando il lungo e complesso lavoro che dottrina e giurisprudenza hanno svolto nel corso degli anni per spiegare questo fondamentale principio democratico.
Per spiegare bene l’evoluzione della manifestazione del pensiero, il saggio giuridico Senza Bavaglio parte da molto lontano. Infatti si comincia con la censura preventiva e con l’editto Albertino. E da qui prende il volo per affrontare tutte le vicende – dal punto di vista storico e giuridico – che in Italia hanno influenzato l’evoluzione del concetto di libertà di stampa e di manifestazione del pensiero.
E passa per il fascismo e le sue imposizioni illiberali prima di approdare al fulcro della questione, ossia l’articolo 21 della Costituzione che con i suoi sei commi sancisce la libertà di manifestazione del pensiero. Inoltre, sempre in maniera compita e approfondita, spiega la differenza tra il diritto positivo di esprimere le proprie idee e quello negativo, ma altrettanto importante, di tacere il proprio pensiero. Perché in democrazia non è importante solo il diritto di poter manifestare il proprio pensiero. Lo è altrettanto quello di poter rinunciare a dire ciò che non si pensa. Infatti, non è importante solo esprimersi. Lo è anche non esprimersi quando ci verrebbe imposto di dire ciò che non pensiamo.
Attraverso l’impegnativo lavoro di dottrina e giurisprudenza, Senza Bavaglio spiega come si è giunti dal diritto dell’informazione al diritto all’informazione. Ossia dal diritto di informare a quello di informarsi e di essere informati.
Non c’è solo il diritto dei media di raccogliere le informazioni e dare le notizie. C’è anche il diritto di ciascuno di noi di informarsi per conto proprio o di farsi informare in maniera corretta. Perché la corretta informazione è alla base di un’opinione pubblica capace di fare scelte democratiche. Senza informazioni, infatti, non si possono fare scelte consapevoli e senza scelte consapevoli la democrazia ne risente pesantemente.
Non a caso giuristi importanti come Crisafulli e Heinetz definiscono questi diritti fondanti dell’ordinamento di un Paese civile e democratico. In questo saggio non manca il sempiterno dibattito sulle concentrazioni editoriali e sul necessario pluralismo delle fonti informative. E a corredo del tutto ci sono autorevoli approfondimenti e una corposissima bibliografia.