I disperati non esistono dice Limes dei migranti auspicando ‘visti e permessi alle fasce più alte e qualificate’
Parlando dei migranti, Limes dice che i disperati non esistono e se ne può fare a meno al contrario di chi porta utile. “I migranti sono una realtà con la quale dobbiamo fare i conti… dobbiamo cercare di gestirla… cercare di selezionare alla fonte il più possibile…”. La cosa migliore è “dare visti e permessi di soggiorno per venire nei nostri Paesi a delle fasce più alte e qualificate della popolazione. E costruire corridoi più umani e più efficienti anche dal nostro punto di vista… E i disperati facciamo finta di non vederli…”. Lo ha detto Lucio Caracciolo di Limes in un’intervista televisiva.
Secondo questa intervista, i migranti andrebbero scelti attraverso politiche più o meno ariane. Occorre dividere i preparati, i validi e gli abili dai reietti incapaci di fornire un valore aggiunto all’Occidente opulento. Inevitabili effetti collaterali di una guerra di sopravvivenza che vede la sfera dei disperati come serbatoio di raccolta per i più fortunati, unici ad avere diritto di sopravvivenza.
In pratica l’Italia spende mille miliardi di vecchie lire al mese per l’accoglienza. E lo fa arricchendo gli amici degli amici con la scusa della solidarietà. In realtà si potrebbe sostituire ai trafficanti selezionando i migliori e lasciando morire i più fragili. Magari invitando gli stessi operatori a fare una cernita durante i soccorsi in mare. Vestendo così i panni dei negrieri che con le loro navi portavano schiavi nel nuovo mondo.
E ciò senza mai farsi venire il dubbio che una soluzione migliore potrebbe esserci. Perché, anziché gettare quei soldi al vento per un’accoglienza che non funziona, si potrebbero costruire opportunità di sviluppo nei Paesi di origine dei migranti. Ho sempre sostenuto che il modo migliore per inchiodare le persone di fronte alle loro contraddizioni e al loro reale valore sia metterle alla prova o coglierle quando si scordano del ruolo che interpretano. Solo così vanno al di là dei concetti aulici che usano e delle maschere che indossano.
Solo così riesci a capire chi sono realmente. Solitamente si spacciano per i baluardi della democrazia. Per icone del pensiero libero e per combattenti per i diritti degli altri e dei poveri in particolare. Li caratterizza molto bene la loro tendenza incontrollata e incontrollabile ad additare con disprezzo non solo chi la pensa in maniera diversa. Ma anche chi propone di guardare le cose da un’altra prospettiva rifuggendo il pensiero unico massificato.
Il loro insulto preferito è dare del fascista o del destrorso a chi mette a nudo le loro contraddizioni. Solitamente sono benpensanti, terzomondisti, radical chic, benestanti, tendenzialmente farisaici. Il virgolettato qui riportato è una parte dell’intervista rilasciata nel corso del programma Terra di Mediaset dal geopolitologo Lucio Caracciolo che dirige la rivista Limes del gruppo editoriale L’Espresso. E’ stato lui, parlando dei migranti, a sostenere la tesi che i disperati non esistono.
Per intenderci è la stessa rivista che nel gennaio 2016 ha illustrato la Crimea come parte della Russia. In base ad un criterio di “effettiva sovranità”. A prescindere dal diritto internazionale, dalle guerre e dai morti, probabilmente insignificanti effetti collaterali. L’intervista la si può ascoltare al minuto 43 del video che si può raggiungere attraverso il link http://www.video.mediaset.it/video/terra/full/senza-porte-13-febbraio_690607.html.