Giornalista e scrittore
 

Moggi non è l’unico demone di Calciopoli

Moggi non è l’unico demone di Calciopoli come fanno credere anche se non sarà stato un santo, ora è un capro espiatorio

Moggi non è l'unico demone di Calciopoli come fanno credereLuciano Moggi non è l’unico demone di Calciopoli come fanno credere e anche se non sarà stato un santo, ora è certamente un capro espiatorio. Una sorta di offerta al dio pallone per lavare tutte le colpe che venivano addebitate ai suoi adoratori. Poi alla fine si scopre che, chi più e chi meno, si comportavano tutti allo stesso modo.

Lo faceva anche l’Inter che pure in questa vicenda si è appropriata dei panni della candida donzella. La società nerazzura non è la vittima del sistema diabolico ordito dal demone Moggi. Ma siccome il tempo è galantuomo prima o poi tutti i nodi vengono al pettine. E così si scopre che “tutte le società calcistiche e in particolare quelle che avevano un peso maggiore raccomandavano e facevano segnalazioni”.  È quanto ha detto un ex guardalinee, Rosario Coppola, chiamato a deporre in qualità di testimone al processo di Calciopoli in corso a Napoli.
Il referto ammorbidito pro inter
Il teste ha citato l’esempio di un Inter-Venezia, a proposito della quale ricevette sollecitazioni per ammorbidire il referto sull’espulsione dell’interista Cordoba. L’ex guardalinee ha detto che quando esplose lo scandalo decise di raccogliere un appello alla collaborazione dell’ex procuratore Borrelli. Pertanto, si presentò spontaneamente dai carabinieri per rendere dichiarazioni sul sistema delle designazioni nonché delle segnalazioni che provenivano dalle società di calcio. Ha citato come esempio la squalifica inflitta dopo un Inter-Venezia al difensore nerazzurro Cordoba.
Per tale vicenda avrebbe ricevuto sollecitazioni da parte di Gennaro Mazzei (collaboratore dei designatori Bergamo e Pairetto). Mazzei avrebbe ricevuto a sua volta sollecitazioni per ammorbidire il referto nei confronti del calciatore dell’Inter. Secondo Rosario Coppola tale vicenda non fu tuttavia verbalizzata dai carabinieri. Infatti, agli investigatori “non interessava” perché non emergeva dalle intercettazioni telefoniche in possesso degli inquirenti. Coppola si è soffermato, inoltre, sul ruolo dell’ex dirigente milanista Leonardo Meani al quale molti guardalinee, a suo dire, si facevano raccomandare. Gli assistenti, a loro volta, cercavano di farsi raccomandare dai dirigenti delle società “per avere visibilità ed essere in un certo giro”.

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