Dittature e l’illusione della democrazia in Occidente che accusa altri di oppressione ma occidentali non sono liberi
Definiscono gli altri dittature e c’è da chiedersi se lo facciano per cullare l’illusione della democrazia o per nascondere il fatto che in Occidente non ci sia tutta la libertà di cui si vantano.
A mio avviso non ci sono dittatori buoni o simpatici e dittatori sanguinari e malvagi perché altrimenti avremmo a che fare con un ossimoro.
Solo gli uomini, ma quelli sciocchi, fanno queste distinzioni che la storia ha sempre smentito senza appello. Neppure Fidel Castro può essere considerato un ‘bravo’ dittatore anche se in tanti provano a far passare questo messaggio.
Però c’è da dire che neppure quelli che si definiscono democratici e liberali paiono meno dittatori del compagno Fidel. Perché almeno il cubano sa con chi ha a che fare e da chi guardarsi. Sa chi, eventualmente, lo opprime e potrebbe sopprimerlo nel momento in cui dovesse manifestare un pensiero diverso.
Ma noi occidentali, che ci crogioliamo nell’illusione della democrazia, siamo sicuri di essere realmente liberi? O piuttosto non facciamo i conti con un dittatore peggiore, subdolo, più malvagio di quanto non possa essere Fidel? Un paese che non dà ai suoi cittadini la sanità e che li lascia in mezzo a una strada alla prima difficoltà o che rinchiude i nativi in riserve relegandoli a fame ed emarginazione non mi pare meno dittatura di quella di Fidel che almeno la sanità la offre a tutti i suoi cittadini.
Non mi dà l’impressione di un paese democratico quando impone agli altri con la forza le sue regole. E non mi pare democratico quando impedisce a un popolo di autodeterminarsi e per 60 anni gli oppone l’embargo. Così come non mi pare democratico quel paese che mantiene lo status quo sulla pelle dei suoi cittadini ‘inventando’ attentati.
Perché ancora nessuno ha saputo spiegarci cosa è stato davvero l’11 settembre. O cosa è successo a piazza Fontana, o cosa è accaduto alla stazione di Bologna, o in piazza della Loggia e via dicendo. Se la storia venisse scritta senza infingimenti probabilmente i tanti eroi che finora abbiamo conosciuto non sarebbero più tali.
Probabilmente dovremmo ripensare la figura del grande Peppino Garibaldi che ha depredato il Sud di ricchezze e storia. Così come quella di Nelson Mandela che non è riuscito ad emancipare i suoi concittadini neri ma in compenso ha lasciato una fortuna ai suoi numerosi figli. Oppure il grande combattente Che Guevara, meglio conosciuto come il macellaio della Cabana. Ma una storia senza infingimenti toglierebbe quelle sciocche certezze su cui poggia il pensiero unico massificato dei nostri tristi tempi.