Giornalista e scrittore
 

L’olocausto dimostra che il sonno della ragione genera mostri

L’olocausto dimostra che il sonno della ragione genera mostri e di fronte a negazionismo la giornata della memoria serve

L'olocausto dimostra che il sonno della ragione genera mostri

L’olocausto dimostra che il sonno della ragione genera mostri. Circa sei milioni di uomini, donne e bambini sterminati. Umani trasformati in cavie e carne da macello. La loro unica colpa è essere stati considerati ‘diversi’.

Per lo più ebrei, ma anche dissidenti politici, omosessuali, malati di mente, gitani, praticanti religiosi. Sono i numeri dell’Olocausto. O Shoah. È tanto l’orrore che uno potrebbe essere portato a non crederci. E in effetti c’è chi nega che tutto questo sia accaduto.
E che esistano prove, anche viventi, conta poco. Oggi è il giorno della memoria. Iniziativa necessaria. Non solo perché il sonno della ragione genera mostri, come spiegava Francisco Goya, e come dimostra l’olocausto. Ma anche per la notevole importanza educativa. Per l’esigenza di non dimenticare ciò che è accaduto in passato per non ripetere gli stessi errori.
In fondo la storia ha proprio questa valenza anche se spesso dimostra di essere una brava maestra ma ha di fronte dei pessimi allievi che ripetono gli errori del passato. E quanto sia assolutamente necessaria questa iniziativa lo dimostrano gli arresti di qualche giorno fa a Napoli. Dieci militanti di CasaPound sono finiti in manette. Tra i loro progetti lo stupro di una studentessa e l’incendio di un negozio. L’unica colpa della ragazza e del commerciante, in base agli inquirenti, è essere ebrei. Sono passati 68 anni dalla fine della Seconda grande guerra eppure sembra di essere ancora all’anno zero.
Lecito chiedersi perché anziché pensare positivo uno debba per forza farsi allettare dal male. Difficile trovare una risposta. Mio padre diceva sempre che quando uno non ha niente da fare pensa solo a fare danni. Quindi, mai come in questo caso per questi dieci militanti e per quelli come loro potrebbe essere salutare un viaggio. Un giro in quei luoghi che i nazisti amavano indicare con un’insegna tanto reale quanto beffarda: arbeit macht frei.
Ma tale giro, a dire il vero, sarebbe salutare per tutti coloro che oggi dimenticano certe situazioni e come sono state create. Perché, spesso, è proprio l’indifferenza di fronte a certi comportamenti che conduce verso la strada del non ritorno. Probabilmente il paragone potrebbe apparire poco consono, ma per me non lo è. A me, francamente, non pare normale che delle persone vengano emarginate sol perché non accettano di sottoporsi alla sperimentazione di ciò che viene impropriamente definito un vaccino anti covid mentre in realtà si tratta di un siero sperimentale.
E la loro emarginazione sta avvenendo di fronte all’indifferenza della maggioranza che anziché insorgere di fronte a questa aberrante segregazione incita all’odio. Senza sapere che domani chi appartiene alla maggioranza oggi può ritrovarsi dall’altra parte e subire la stessa sorte. Tanti anni fa la shoah è iniziata in questo modo. Ma in pochi se ne ricordano vittime del sonno della ragione che prima genera mostri e poi piano va oltre, fino a giungere all’olocausto.

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