A Roma Grillo ostaggio della Raggi che gli impedisce di disporre dei candidati come accaduto per gli altri sindaci
Quanto sta accadendo a Roma dà l’impressione che Grillo sia ostaggio della Raggi. L’insidiosa nebbia che avvolge la capitale è riuscita a prendere in ostaggio lo stesso Beppe Grillo. Colui che doveva liberarla da faccendieri, corrotti e corruttori.
Come al solito, chi ne verrà fuori con le ossa rotte non è il Movimento cinque stelle che, cercando di fare, dimostra il proprio reale valore. Bensì i cittadini che hanno creduto in questi presunti paladini della legalità e della trasparenza. Quegli stessi cittadini che si ritrovano governati da un vile passato sempre presente. Tradito nei principi cardine dalla sua stessa creatura, il canzonatore ligure a questo punto è di fronte a un bivio. O si tiene la propria Eva, Virginia Raggi, che ha mangiato la mela proibita, sperando di fare qualcosa di buono per la città conquistata nell’urna.
O si dimostra nudo, ammette i propri errori e la manda a casa, seguendola. Se al suo scomodo posto si fosse trovata un’altra forza politica, i suoi megafoni (in queste ore stranamente silenziosi) avrebbero già urlato allo scandalo. E avrebbero chiesto elezioni subito. Ma siccome, prima o poi, a furia di accendere fuochi il cerino ti resta in mano, adesso è interessante vedere come risolvono questa difficile equazione. Il problema è che, come spesso ha ammesso lui stesso, il Movimento non si può permettere di perdere il Campidoglio. Perché sarebbe ammettere manifestamente le proprie incapacità.
Perché Roma non è Parma o Livorno o Quarto Flegreo. Lì Grillo ha tranquillamente sacrificato i propri rappresentanti per molto, molto meno di quello che ha combinato la Raggi nella Capitale. Gli è bastato un post velenoso su quello che è diventato l’evangelo grillino. E ha fatto presa sui boccaloni che si nascondono dietro l’anonimato di una tastiera e di un monitor.
Boccaloni che si sono lasciati bruciare dal sacro fuoco della presunta democrazia diretta lapidando i traditori di turno. Nel caso di Roma, però, nulla di tutto ciò è successo. Anzi, il lider barbutos continua a difendere la sindaca. E lo fa nonostante l’unica capacità dimostrata finora è stata di scegliersi le persone sbagliate. A quanto pare sotto dettatura di un altro manovratore che poco ha a cuore le sorti dei romani e del Movimento.