Prima creano i mostri Mentana e poi se ne pentono come la Dire perché Mentana avrebbe insultato un suo giornalista
Prima creano i mostri come Mentana e poi se ne pentono amaramente quando il mostro gli si rivolta contro. Il direttore della Dire, Nico Perrone, si è scagliato contro Enrico Mentana perché, a suo dire, avrebbe insultato un giornalista dell’agenzia. E l’unica colpa dell’aggredito sarebbe l’avergli rivolto una domanda non gradita. Conoscendo il tipo, questa notizia non mi meraviglia. E anzi mi verrebbe da dire che chi è causa dei suoi mali deve solo piangere se stesso.
Molti media e personaggi con una certa connotazione esaltano Mentana da anni. Lo hanno trasformato in una sorta di icona del giornalismo e della democrazia. E hanno spesso sorriso soddisfatti quando ha mancato di rispetto a qualcuno. Ma finché a finire nelle sue maleducate spire c’erano gli altri – magari destrorsi, quasi certamente un po’ fascisti e quindi stupidi elettori o webeti – andava bene. Salvo poi lamentarsi quando nel mirino è finito chi pensa di stare sulla stessa barricata del direttore de La7. In questo caso, stando sempre al racconto della Dire, il misfatto è addirittura doppiamente peggiore. Perché ad insultare un giornalista non è stato il solito potente di turno bensì un altro giornalista.
Ossia qualcuno che non solo dovrebbe conoscere quel mestiere, ma si ammanta di esserne un guru e dà lezioni agli altri. Qualcuno che si spaccia per garante della democrazia, del rispetto e dell’educazione salvo poi dimostrare che così non è. E i fatti sanno come smentire impietosamente chi indossa una maschera tentando di apparire ciò che non è. Un maleducato, parafrasando una nota pubblicità, è per sempre. E non esistono giustificazioni di sorta o, peggio ancora, di parte. Finora ve lo siete coccolato e difeso? E ora che avete creato il mostro ve lo dovete tenere, effetti collaterali compresi.

