Il presidente della Toscana Enrico Rossi attacca Marchionne ma ciò che critica furono fatte quando governavano i suoi
Credo che ci sia quantomento un pizzico di malafede nel post con cui il presidente della Toscana Enrico Rossi attacca Marchionne. Infatti, con il suo post su Facebook non solo passa per un marziano. Ma dimostra quanto il suo modo di fare politica sia anni luce lontano dalla gente e dai suoi problemi. Perché buona parte di quanto critica fu fatto proprio ai tempi in cui al governo del Paese c’erano i suoi.
“I giornali esaltano le sue capacità di leader e di innovatore” ha scritto il presidente della Toscana. Poi ha aggiunto: “Ma, nel rispetto della persona, non si deve dimenticare la residenza in Svizzera per pagare meno tasse. Il Progetto Italia subito negato, il baricentro aziendale che si sposta in Usa, la sede legale di FCA in Olanda e quella fiscale a Londra”. Per ultimo si è ricordato dei lavoratori: “Infine, un certo autoritarismo in fabbrica per piegare lavoratori e sindacati. E gli occupati che sono passati dai 120000 del 2000 ai 29000 di oggi”.
A mio avviso ha ragione Rossi a puntare il dito su questi aspetti. Peccato che dimentichi che l’ex ad di Fiat ha realizzato buona parte di quelle cose che lui oggi critica proprio mentre al governo c’era la sua parte politica. Non può pensare di cancellare le sue colpe sol perché ad un certo punto ha cambiato sigla e insegne. Non può pensare di aver ritrovato una certa verginità che gli permetta di criticare ciò che lui o chi per lui ha reso possibile. “Marchionne era un manager capace soprattutto per gli azionisti. Ma certo poco o per niente attento alla storia e agli interessi industriali del Paese” ha scritto Enrico Rossi. E rivolto alla politica ha aggiunto che il Paese “d’altra parte, ha avuto una politica debole, priva di strategie industriali, che sostanzialmente ha lasciato fare”.
Infine, scrive, che “in questo momento di dolore, non si deve però dimenticare la complessità e gli errori che sono stati commessi in questi anni. E che alla fine sono stati pagati dai lavoratori e dai giovani in cerca di occupazione”. Perché “mantenere una visione critica è la condizione indispensabile per provare a fare meglio”. Queste nefandezze sono state commesse molto tempo fa ed erano sotto gli occhi di tutti. Pertanto la vera osservazione è perché il presidente della Toscana Enrico Rossi attacchi Marchionne solo ora che è morto. Per cui è lecito chiedersi perché non l’ha fatto quando il manager portava avanti le sue politiche a scapito degli interessi che Rossi ora finge di voler difendere e che prima ha permesso di calpestare.