Giornalista e scrittore
 

A pagare sono sempre i più poveri

A pagare sono sempre i più poveri per errori dei politicanti e meno hanno, meno spendono con il rischio deflazione

A pagare sono sempre i più poveri per errori dei politicanti A pagare per gli evidenti errori dei politicanti sono sempre i più poveri che meno hanno e meno spendono con il rischio che prima o poi si arrivi alla deflazione nell’assordante silenzio del professor (?) Monti. Chissà perché la scena si ripete identica e in ogni dove. A pagare gli errori di chi (mal) governa sono sempre coloro che hanno meno. E così dopo l’Imu e le tasse di Monti in Italia abbiamo il taglio delle tredicesime dei dipendenti pubblici di Rajoy in Spagna.

Così come abbiamo assistito al taglio delle pensioni e degli stipendi dei poveracci in Grecia. Quindi, pare di capire, devono essere quei ricconi dei dipendenti, magari scansafatiche e antipatici, incapaci e ruba stipendio, a dover pagare gli errori della mala politica. Gli sbagli di coloro che gettano i soldi pubblici senza dare conto delle loro malefatte. E che risparmiano coloro che hanno molto e magari rubato altrettanto.
E poi c’è ancora qualcuno che si meraviglia che nonostante l’aumento di accise e tasse si sia ridotto il gettito fiscale dello Stato? E il mega prof e i suoi sodali, grandi menti (così almeno ci raccontano), non lo sapevano? Sono cose che impara uno studentello al primo anno di economia. Anzi sono cose che conosce mio padre ottantenne che dalla scuola si limitava a passarci davanti. Del resto come fa la gente a comprare se in busta paga si ritrova solo lo statino senza un euro?

2 commenti

  1. cesario

    Il quadro che dipingi è fosco, Francesco. Ma non mi pare lontano dalla realtà. Del resto la storia non inventa nulla. Si ripete. E ci sono tanti elementi che fanno pensare male…

  2. Francesco

    Vorrei sbagliarmi, ma ho la netta sensazione che qualcuno stia preparando la guerra. Quella guerra indispensabile al capitalismo e diretta a distruggere ciò che si è costruito in questo lunghissimo tempo di pace.
    Non basta più esportarla per acquisire le materie prime a basso costo. Non basta più esportarla per aumentare la propria sfera di influenza geo-politica. Non basta più… se i mercati interni languono, perché saturi e tartassati.
    Hai ragione, Cesario. Chiunque, anche uno studentello, sa che aumentare le tasse a dismisura è controproducente per il gettito fiscale. Il grafico è come la Campana di Gauss.
    Allora, se tutti lo sanno, non posso pensare che un governo di Professori lo ignori.
    A mio parere la verità è un’altra: bisogna a tutti i costi colpire la classe media. Quella classe media che in questi anni è stata il motore dell’economia, e che può dare fastidio avendo un bagaglio culturale più elevato.
    Spazzata via e ridotta in povertà la classe media, per la dittatura si aprirebbe una autostrada. Chi potrebbe opporsi ad un governo dittatoriale? Il grande capitale sempre pronto ad approfittarne? O i disoccupati, che non vedrebbero l’ora di trovare lavoro nell’industria bellica, che come sempre fa la parte del leone e che nel decennio precedente la guerra aumenta a dismisura gli investimenti e crea posti di lavoro?
    La grande crisi del ’29 ci ha portati alla 2^ guerra mondiale.
    Questa grande crisi dove ci porterà?

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