Giornalista e scrittore
 

Bari e la solita politica di boicottaggio del Salento

Bari e la solita politica di boicottaggio del Salento dei candidati a presidente della Regione che sono sempre baresi

Bari e la solita politica di boicottaggio del bel Salento

A Bari non si smentiscono mai dato che continuano a perpetuare la solita politica di boicottaggio del Salento e delle sue immense ricchezze. Le imminenti elezioni regionali stanno mettendo in evidenza ancora una volta la distanza e la differenza tra il Salento e il resto della Puglia. Due realtà non solo molto diverse, ma soprattutto profondamente distanti.

Il Salento continua ad essere considerato una realtà di serie B. E solo una decisione autonoma potrebbe, a mio avviso, riscattarla. Di certo non saranno i baresi a riconoscerle i giusti meriti. Men che meno ad assegnarle l’importanza e il ruolo che merita.
Per l’ennesima volta i candidati alla presidenza della Regione sono baresi. Dopo dieci anni di Nichi Vendola che certamente salentino non è. Ma soprattutto nulla ha fatto per questa parte di regione se non avallare la criminale e folle decisione di uccidere gli Ulivi secolari e millenari del Salento. E quindi l’economia di questa terra.
L’ultimo salentino alla presidenza della Regione è stato Raffaele Fitto. Ma per interessi, obiettivi e cose fatte, di fatto pareva un barese. Infatti, prima di lui il Salento non aveva alcun riconoscimento e nulla gli è rimasto dopo la sua avventura politica. Un esempio concreto: il turismo.
Il Salento è stato scoperto in questi anni. E la sua bellezza e le sue ricchezze sono sì riconosciute, ma poco valorizzate. E finché non verranno realizzate reali politiche di sviluppo sarà difficile che ciò avvenga. L’unico aeroporto del Salento si trova a Brindisi, ossia 150 chilometri da Santa Maria di Leuca e 40 da Lecce. Una distanza troppo elevata e poco servita.
Da 30 anni si parla di aprire l’aeroporto di Galatina, ma sono rimaste solo parole vuote. In compenso però si sta cercando di realizzare un secondo aeroporto a Bari, neanche fosse New York. E quanto è successo con la candidatura di Lecce a capitale della cultura 2019 non fa che alimentare ulteriori dubbi sulla pacifica e leale coesistenza tra il Salento e Bari.
Il mio dubbio, ma non solo mio, è che Bari abbia remato contro Lecce in questa vicenda. Di fatto favorendo la vittoria di Matera. Senza nulla togliere alla cittadina lucana, credo che Lecce sia molto più importante per storia, cultura, arte e ricchezze naturali. Eppure non ha vinto. E molto probabilmente qualcuno a Bari non ha lavorato per raggiungere questo importante traguardo.
Per gelosia, invidia, vecchie ruggini, interessi politici, distanza. In fondo Matera dista da Bari circa 50 chilometri e quindi le ricadute sulla Daunia e sulla Peucezia sono più evidenti e facilmente immaginabili. Lecce dista da Bari 150 chilometri e di Daunia e Peucezia non sentiamo né alcuna vicinanza, né alcuna necessità.

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