Giornalista e scrittore
 

Calano gli infortuni perché non si lavora più

Calano gli infortuni perché non si lavora più a causa della crisi così come ci segnala l’Inail

Calano gli infortuni perché non si lavora più per la crisi

Calano gli infortuni sol perché non si lavora più. Se serviva una prova della grave situazione in cui ci troviamo è giunta oggi dall’Inail. Anche se viene sventolata come una sorta di vittoria (?), il calo degli infortuni e delle morti sul lavoro nel 2012 è una buona notizia a metà.

Infatti, se continuiamo così raggiungeremo l’obiettivo ZERO. Del resto se nessuno lavora il problema non si pone. Poi si comincerà a non circolare più con i mezzi per via dell’eccessivo costo del carburante e non avremo più nemmeno morti della strada.
Per cui conteremo solo i suicidi. E quelli probabilmente saranno tanti. Come gli omicidi. Mi chiedo quando lo capiranno gli inutili che stanno nei palazzi del potere. Tornando alla notizia del giorno, l’Inail dice che con 654.000 denunce lo scorso anno il numero degli infortuni sul lavoro è diminuito di circa il 9% rispetto all’anno prima quando si sono registrate 726.000 denunce.
Il direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello, ammette comunque che la crisi pesa molto su questa riduzione: «La diminuzione dell’attività produttiva ha pesato nel 2012 su questo calo più di quanto sia avvenuto nel 2011.
Si può quantificare in una quota pari a circa il 50% di questa riduzione degli infortuni». E gli inutili nei palazzi del potere pensano agli affari loro.

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