Casellati e il nuovo peggio del vecchio perché la neo presidente del Senato non pare il nuovo che avanza
La signora Casellati non dà l’impressione di essere il nuovo che avanza ma il peggio del vecchio e ciò non è confortante. Ci eravamo tanti rallegrati che fosse stata scelta una donna come seconda carica dello Stato. Ma nel giro di poche ore sono emerse tante e tali ragioni per comprendere quanto il nuovo che avanza sia in realtà il peggio del vecchio.
Non è edificante quanto si racconta del neo presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Una fedelissima dell’ex Cavaliere, eletta anche grazie ai voti del Movimento Cinque stelle. Le cronache raccontano che nel ’94, con l’allora Polo delle libertà, giunse nei palazzi del potere sulla scia del nuovo che avanza. E la sua prima preoccupazione fu sistemare la figlia Ludovica nel Ministero della salute di cui era sottosegretario.
Nella sua lunga carriera politica, dicono i bene informati, si sarebbe data poco da fare per l’interesse dei cittadini. Ma molto per quello del suo mentore Silvio Berlusconi. Si dice che la Casellati sia stata in prima fila contro quelle che venivano definite le “toghe sporche”. Diciamo che se quel suo attivismo fosse stato bene utilizzato probabilmente non avremmo assistito all’ascesa esponenziale della casta colpevole della mortale deriva della giustizia. Ma così, purtroppo, non è andata. Neppure quando è stata membro del Csm.
L’unica preoccupazione della neo presidente del Senato era l’allora premier. E pertanto pare che abbia lavorato parecchio nel suo staff legal-politico per dare vita a una caterva di leggi ad personam. Se il buongiorno si vede dal mattino e i Cinque stelle – che l’hanno votata – sono il nuovo, viene spontaneo essere pessimisti di fronte a previsioni che tendono al brutto tempo.