Il confronto democratico e le priorità negate che non sono le raccolte fondi ma la creazione di occasioni di sviluppo
Il confronto democratico, a mio avviso, è ancora un terreno da scoprire visto come vanno le cose in Italia e nel frattempo sarebbe opportuno concentrarsi sulle priorità negate come il lavoro che resta la vera emergenza. Poi, dopo, si può parlare anche di altro.
L’omicidio, indotto o volontario, è molto grave. Lo è per qualsiasi persona, che si tratti di una donna, di un uomo, di un bambino, di un omosessuale. Credo però che il clima in questo Paese non sia ancora adatto per parlare di questi temi in maniera libera e scevra da guerre di posizione, gogne e inquisizioni.
L’altro giorno sono stato attaccato maleducatamente da una sindaca (alla quale ho già manifestato queste mie considerazioni) spinta dalle sue elettrici che mi hanno definito destrorso. La mia unica colpa è stata non aver pensato come loro, perché non ero allineato al loro concetto di pensiero unico e massificato.
Eppure al dibattito mi avevano invitato loro e ci sono andato gratis. Magari la prossima volta sarebbe opportuno invitassero chi la pensa come loro per crogiolarsi nelle loro opinioni senza pericolo di svegliarsi dal torpore.
C’è chi urla governo e parlamento ladri perché la legge sull’omofobia non è stata ancora approvata. Credo però che bisognerebbe arrabbiarsi per altro. Per esempio perché la gente continua a morire per la fame e per la crisi. Così come per le tasse e per la disoccupazione, per la giustizia che non c’è e per gli stipendi che quando ci sono non bastano neppure a pagare bollette e balzelli.
Se andassimo a vedere i numeri su quanti giovani si sono suicidati per attacchi e stupidità omofoba e quanta gente è morta per fame e crisi probabilmente scopriremmo che le priorità in questo Paese sono altre. Perché quando non hai risorse devi fare delle scelte.
In fondo se la gente sta bene e non ha fame probabilmente è anche meno cattiva e più tollerante. Stasera la Rai manda in onda la trasmissione Mission nel corso della quale i vip parleranno dei problemi del mondo. Idea lodevole ma non dimentichiamo che il terzo mondo siamo anche noi. Perché tanti del cosiddetto mondo civile e industrializzato stanno facendo i conti con la fame e con la miseria.
Gente che non si cura più perché non si può permettere di pagare il ticket. Persone che da anni non mettono piede in uno studio dentistico e sono rimasti con tre denti in croce. Gente che vuole vivere e al farmacista chiede credito in attesa di riscuotere la misera pensione sperando che non ci siano altri contrattempi economici.
Pannofino si è detto allibito che in 12 vivessero in pochi metri quadrati. Succedeva anche da noi e succede ancora. Mia madre e la sua famiglia abitavano in 12 metri quadrati in dieci con il bagno in strada. La miseria non l’hanno sconfitta con gli aiuti, ma lavorando approfittando delle occasioni fornite loro.
Non sono le raccolte fondi (che spesso non arrivano neppure a destinazione) che aiutano. Ma l’educazione al lavoro e la creazione di occasioni di lavoro e sviluppo, predicando pace e non fomentando guerre. E il governo italiano dovrebbe sapere che non sono gli ammortizzatori sociali, che pure servono, ad aiutare il nostro Paese a ripartire. Bensì le occasioni di lavoro e sviluppo di cui non ha la minima idea.