Se la fame finisce nella dicotomia destra-sinistra siamo alla frutta perché il disagio sociale non ha connotazioni
Se la fame finisce nella dicotomia destra-sinistra siamo davvero alla frutta dal momento che il disagio non ha connotazioni né colori. Continuo a pensare che in Italia non sia possibile fare discussioni serie. Che sia dura confrontarsi senza cadere nel triste, noioso, malizioso e inconcludente gioco della gabbia delle posizioni avverse.
Pertanto, se non la pensi secondo il pensiero massificato e unico sei di destra nel migliore dei casi o destrorso nel peggiore. Oggi mi è capitato di ascoltare in un tg nazionale un tizio di cui non ricordo il nome che definiva i forconi di destra.
E per tale ragione a suo parere il loro protestare il disagio sociale è razzista. Mi fa strano pensare che anche il disagio sociale abbia una connotazione pseudo politica. Come se esistesse la fame di destra (o meglio destrorsa) che non merita rispetto e quella di sinistra, politically correct e la sola ad avere diritto di essere protestata e soprattutto ascoltata.
Chi ha davvero fame non è né di destra né di sinistra. E’ solo una persona che ha il diritto di urlare il proprio disagio e il diritto di avere delle risposte. La fame non ha colore.
Perché quelli del pensiero unico dovrebbero ricordare a maggior ragione che i principi fondanti della Rivoluzione francese e di una società civile restano sempre quelli di libertà, uguaglianza e fratellanza.