Il furto a Prodi è solo redistribuzione delle ricchezze perché non è giusto che uno possieda tanto e tanti niente
Il furto a casa di Prodi non è un reato ma è solo una valorosa, sacrosanta e comunista redistribuzione delle ricchezze. Infatti, è proprio la parte politica a lui vicina ad averci sempre spiegato che non è giusto che uno possieda tanto e tanti possiedano niente. Del resto, continuano a ripeterci in tutte le salse che l’equità e la pace sociale vanno a braccetto. E le si può conseguire solo con la comunione dei beni e delle risorse.
Sono certo, però, considerato certi personaggi, che il dispiacere per la razzia subita sia di gran lunga superiore alla gioia della condivisione. In fondo, non è la prima volta che abbiamo a che fare con certi pseudo comunisti. Magari comunisti con il Rolex che quando parlano di equa distribuzione si riferiscono ai beni degli altri e non ai loro. Dovessi guardare l’episodio dagli occhi della gente, invece, dico che ben vengano furti di questo tipo ai danni di benpensanti, radical chic e terzomondisti.
In tal modo, subendo la triste realtà sulla loro pelle, probabilmente si sveglieranno dal torpore della coscienza che li caratterizza. E saranno più propensi a comprendere che la situazione non è come la immaginano loro ma decisamente diversa. Sarebbe un toccasana per certe città e in particolare per Bologna se i ladri si evolvessero. Beninteso senza pretendere che vestano i panni di novelli Robin Hood perché sarebbe sperare davvero troppo.
No, sarebbe interessante se cominciassero a rubare a casa di questa particolare categoria. Ossia di intellettualoidi e politicanti costringendoli a svestire i panni dei finti buonisti che sono sempre pronti ad indossare quando a subire i reati sono gli altri.