Giornalista e scrittore
 

Legittima difesa non è né di destra né di sinistra

Legittima difesa non è né di destra né di sinistra è libertà e chi la esercita merita rispetto come le forze dell’ordine

Legittima difesa non è né di destra né di sinistra è libertàLa legittima difesa non è né di destra né di sinistra ma è un principio di libertà e merita il massimo rispetto chi la esercita così come lo meritano le forze dell’ordine che qualcuno ha accusato di inefficienza. E così ci meravigliamo che un gruppo di cittadini bolognesi della Bolognina si organizzi e si faccia giustizia per conto proprio. Per come vanno le cose a mio avviso ci sarebbe da meravigliarsi che tutto questo non sia accaduto prima.

Perché l’esasperazione è davvero tanta. E le persone perbene sono stufe di farsi mettere i piedi in testa dai delinquenti e dai furbetti. Sono stanche di dire va bene lasciamo stare, perdoniamo. E quando gli onesti si stufano fanno per davvero. Anche se qualcuno li accusa di essere dei delinquenti, dei truffatori e dei malfattori pur di minimizzare l’accaduto. E davvero mi meraviglio (stavolta tocca a me) che di fronte a questi episodi ci sia ancora chi dà interpretazioni usando vecchi parametri da guerra fredda. Come se il mondo fosse ancora diviso tra destra e sinistra, categorizzazione ormai stantia e desueta.
Perché volere ancora leggere la realtà in questo modo vuol dire perdere di vista il problema. E non è detto che poi, probabilmente, sia quello che vuole il sistema. A mio parere non c’è destra o sinistra che tenga quando si tratta di difendere la tua famiglia e quel poco che ti sei faticosamente conquistato. Non c’è destra o sinistra nel volere la testa dei banditi che irrompono in casa tua, ti picchiano, violentano tua moglie e magari uccidono tua figlia dopo averle rivolto le stesse attenzioni. I benpensanti radical chic e pseudo sinistrorsi lo potranno anche sostenere, ma solo finché il problema sarà degli altri e non loro.
E continuo a meravigliarmi, ancora un volta, che sul banco degli imputati finiscano sempre le forze dell’ordine accusate di non fare il proprio lavoro. A quei benpensanti radical chic vorrei ricordare che basta andare anche un solo giorno in un qualsiasi Tribunale della Repubblica per capire come stanno davvero le cose. Per vedere come gente onesta con la divisa faccia più che bene il proprio lavoro per poi ritrovarsi chi rovina quell’impegno. Per vedere che quegli eroi in divisa finiscano sul patibolo accusati ingiustamente da chi delinque. E magari poi si pente e si fa mantenere dagli onesti. Proprio come è capitato a quell’onesto vice sovrintendente della Mobile di Roma che per 15 anni è finito all’Inferno prima che gli dicessero ‘abbiamo sbagliato, sei innocente’.

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