Che il tempo delle genuflessioni all’Ue sia finito? In questa polemica sto con Renzi perché è ora di pensare al Paese
Che il tempo delle genuflessioni all’Ue sia finito? Nella ormai lunga polemica tra l’Italia e l’Ue sto decisamente con il presidente del consiglio, Matteo Renzi. Non so quale sia il reale intento del segretario Pd in questa diatriba e se vi siano delle ragioni recondite.
Credo, però, che i tempi fossero più che maturi per dire davvero basta ai burocrati professorini di Bruxelles. Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire all’orsetto Hollande, alla caremma Merkel, a cicciobello Cameron, al pretino Juncker, al boscaiolo Schulz e a tutti i loro sodali che il tempo delle lezioni è terminato.
È tempo di finirla con le genuflessioni per cominciare realmente a salvaguardare gli interessi del nostro Paese. Proprio come finora hanno esclusivamente fatto gli altri presunti partner. L’impressione è che in tutti questi anni siamo rimasti a guardare. Abbiamo fatto affidamento sulla correttezza degli altri pensando che non avrebbero mai fatto quello che non ci aspettavamo da loro.
Davamo pacche sulle spalle mentre la storia ci è passata sopra asfaltandoci. Come sempre succede, grazie a Kronos, è emerso quello che sospettavamo: le chiacchiere stanno a zero e i fatti dimostrano che l’unico Paese serio di questo carrozzone è davvero l’Italia.
Per fare un esempio, fino a quando la questione immigrati è rimasta nel perimetro italico hanno finto che il problema non esistesse. Ora sono lì a chiudere le frontiere. «L’Italia deve farsi sentire e far capire, con la gentilezza che le è propria, che è finito il tempo in cui ci telecomandavano da fuori. Non dobbiamo solo cantare l’inno alla gioia, l’inno europeo, ma essere anche capaci in casa nostra di rimettere a posto le cose. E fuori di qui chiedere semplicemente rispetto». L’augurio è che sia realmente così.