Giornalista e scrittore
 

L’immigrato e il capotreno sul doppio binario

L’immigrato e il capotreno sul doppio binario dell’ipocrisia che condanna chi fa scendere un passeggero senza biglietto

L'immigrato e il capotreno sul doppio binario dell'ipocrisia

Se il passeggero senza biglietto fosse stato un italiano, c’è da credere che gli avrebbero consegnato un encomio. Ma il capotreno è stato sfortunato e se l’è presa con l’immigrato di turno finendo così sul doppio binario dell’ipocrisia. Eppure ha fatto ciò per cui viene pagato. Ha trovato un passeggero senza biglietto e l’ha fatto scendere dal treno. E siccome al ‘portoghese’ non è piaciuto l’affronto il capotreno si è pure preso una razione di insulti e botte.

L’aver fatto il proprio dovere che, tra le altre cose, gli impone di far rispettare le regole è costato molto a caro al ferroviere veneziano di 51 anni Andrea Favaretto. Infatti, un giudice del Tribunale di Belluno lo ha condannato a 20 giorni di reclusione. Non è dato di sapere, invece, che fine abbia fatto la sua denuncia per le percosse ricevute. Se i fatti sono realmente andati in questo modo siamo di fronte ad un insulto. Non solo a chi in questo Paese prova a fare ancora il proprio dovere. Ma anche nei confronti dei tanti cittadini onesti che pagano quando usufruiscono di un servizio.
E soprattutto verso i tanti poveri pensionati o disoccupati o indigenti italiani. Gente che non avendo risorse non intraprende viaggi. Inoltre, non si cura, vive di stenti e non ha diritto ad un posto caldo in cui dormire. Non può contare sull’assistenza e sul riconoscimento di 1.100 euro mensili da parte della comunità. Evidentemente in Italia esiste un doppio binario (è il caso di dirlo) che prevede regole diverse a seconda che la legge si applichi ad un autoctono o ad un forestiero. Per il primo vale la presunzione che sia un truffatore e un baro. E pertanto è giusto che venga vessato e gli siano imposti solo dei doveri.
Per il secondo c’è la massima libertà di fare ciò che gli pare. Anche vivere secondo le sue personali regole con in più il diritto di pretendere e la consapevolezza di non dover mai dare. Considerato come vanno le cose in Italia, c’è da credere che se l’abusivo fosse stato un napoletano o un meridionale si sarebbe sollevato un coro di approvazione per quel capotreno. Ma per sua sfortuna il portoghese era un immigrato e allora lui è nella non invidiabile posizione di vestire i panni del colpevole a prescindere. Se l’equità, l’uguaglianza e il rispetto non torneranno a rappresentare un valore fondante e fondamentale, questa società e questo Paese sono con molta probabilità destinati all’autoestinzione.

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