Giornalista e scrittore
 

La riforma costituzionale e il sì al referendum

La riforma costituzionale e il sì al referendum per una proposta che non sarà la più bella ma in 40 anni è stata l’unic

La riforma costituzionale e il sì al referendum per cambiare

La riforma costituzionale e il sì al referendum per cercare di cambiare qualcosa e risparmiare a fronte del nulla presentato finora. Certamente non è la riforma costituzionale più bella che ci si potesse attendere, ma qualcosa pur si muove.

Di sicuro i senatori non ci saranno più e sparirà la navetta che allunga all’inverosimile l’approvazione delle leggi e gli ulteriori inciuci per la fiducia all’esecutivo. Non si sa ancora come opereranno questi cento rappresentanti delle Regioni che dovranno fare da camera di compensazione né quanto ci costeranno. Non è il meglio ma è un inizio. Dalla notte dei tempi si sente parlare di modifiche ma nulla è stato fatto.
L’impressione è che chi dice NO a questa riforma lo faccia per far restare tutto com’è. Chi dice NO ovviamente nega e si dice pronto ad approvare un’altra riforma. Ma quando? Fra altri 40 anni? Questa storia e queste chiacchiere le abbiamo sentite per anni e le buone intenzioni sono sempre finite al macero.
Tant’è che la realtà è sotto gli occhi di tutti: nulla è mai cambiato. Si può essere d’accordo o meno con Renzi e il suo governo. E probabilmente di cose su cui non essere d’accordo se ne potrebbero dire parecchie, ma qualcosa ogni tanto la fa. Ci siamo per esempio dimenticati dell’abolizione delle Province.
Quella riforma, nel bene o nel male, ha fatto scomparire una centrale di spreco dato che non si pagano più né rimborsi né gettoni di presenza. Non si sa ancora cosa debbano fare questi enti, ma almeno non ci costano più come prima.

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