Senza ignoranza non è il solito Zalone che si è limitato alla parodia dei soliti luoghi comuni abbandonando le origini
A mio avviso, senza ignoranza non è il solito Zalone. Mi sono lasciato travolgere dall’onda lunga mediatica. Così mi sono infilato, con non poche remore, nel tunnel dei tantissimi che hanno affrontato la doppia coda per la prevendita e per entrare in sala. Sì, lo ammetto, ho visto il film ‘Quo vado’ di Luca Medici, in arte Checco Zalone.
La mia impressione è che l’artista pugliese abbia perso la spinta propulsiva delle origini. Ormai è cresciuto, ha fatto soldi, è diventato famoso. E forse ha perso “gli occhi della tigre” come gli avrebbe detto Apollo Creed se l’avesse scambiato per Rocky III.
La sensazione è che abbia messo da parte l’ingrediente fondamentale (l’ignoranza) che lo ha portato fin dove è arrivato. Sia ben chiaro, probabilmente non vincerà l’Oscar ma, nel mediocre pensiero unico massificato, i risultati li ha raggiunti: celebrità, modi di dire, soldi e successo. Ora, però, pare che sia cresciuto. E che si sia lasciato prendere da quella sorta di mediocre snobismo sinistrorso e pseudo intellettuale che si limita alla parodia dei luoghi comuni.
Qualche scatto di reni c’è in Quo Vado. Ma per lo più è pregno di battute che trovi nel repertorio dell’intera categoria della comicità italica. Il film migliore allo stato resta in assoluto il primo, Cado dalle nubi. Lì l’ignoranza e la mediocrità hanno indossato il vestito bello della festa salendo i gradini della media borghesia. Vestito che hanno continuato a mettere in bella mostra nel secondo e nel terzo lungometraggio e che hanno smesso nell’ultimo.