Niente feste ma solo aiuti ai terremotati dell’Emilia perché servono gesti concreti e non preghiere o mega parate
Niente feste ma solo aiuti ai terremotati dell’Emilia ferita e gesti concreti al contrario di ciò che fanno Papa e Napolitano. Perché uno si limita a pregare e l’altro è fissato con la parata del 2 giugno. Sullo sfondo la tragedia di migliaia di emiliano-romagnoli. Cittadini italiani senza casa, senza lavoro e al momento senza alcuna speranza.
Ma con l’unica certezza della paura che li accompagna da giorni. Come un’ombra minacciosa. Ben vengano le preghiere del papa. E della gente. Quelle aiutano sempre. Ma il capo del Vaticano potrebbe fare molto di più. Potrebbe lanciare un segnale importante a chi ha bisogno.
Per esempio potrebbe utilizzare l’8 per mille per i terremotati. Non dico per ricostruire case e fabbriche e ridare speranza. Ma almeno per ricostruire le chiese distrutte. Almeno alleggerirebbe le casse pubbliche. Ma l’impressione è che la solidarietà è bene accetta quando viene dagli altri mica dalle proprie tasche. Il presidente Napolitano invece pare preferire le feste. Predica, predica, predica. Soltanto parole. Niente fatti.
E anziché destinare i soldi della parata del 2 giugno ai terremotati preferisce godersi la cerimonia. Sarà anche sobria. Come dice lui. Ma sempre di soldi pubblici spesi si tratta. L’unità della Patria si vede dagli aiuti concreti. Non certo dalle feste. Per quanto simboliche e importanti siano. Adesso c’è qualcosa di più importante a cui pensare.
E siccome le pessime notizie non vengono da sole. Ecco il genio Mario Monti che estrae un’altra grandiosa e originale idea dal suo cilindro: benzina aumentata di 2 centesimi. Come se già i cittadini non fossero abbastanza tartassati. Speriamo che quel cappello dalle idee meravigliose e strepitose venga distrutto presto.