Trump e la farsa del Russiagate montata da alcuni media Usa che odiano Trump scordando che twittare non è reato
Ho l’impressione che la storia del Russiagate sia in realtà una farsa e che Trump sia solo vittima delle lobby alle quali non va a genio un presidente insensibile ai loro desiderata. Inoltre, dalla farsa alla tragedia il passo è davvero breve. E oggi abbiamo la misura di quanto siano paranoiche le peripezie di alcuni media Usa, e di chi sta dietro ai loro editori, che continuano a manifestare un malsano odio nei confronti del presidente Usa, Donald Trump.
Dimentichi della regola fondamentale che impone di dividere i fatti dalle opinioni, continuano a scambiare il loro perverso modo di vedere e di intendere per la realtà. Qualche mese fa parlavano di hacker russi che avevano scardinato le difese del sistema elettorale americano. E in tal modo avevano virato la vittoria a favore dell’attuale presidente. Oggi, invece, la realtà si presenta in maniera assolutamente diversa. Anche se la fanno passare per una rivelazione clamorosa con delle giravolte che sarebbero a dir poco comiche se non fossero tragiche.
Scopriamo, dunque, che questi hacker non sono mai esistiti e che la campagna elettorale sarebbe stata influenzata da tweet e post. Lo scoop storico di questi giorni è che i cattivoni russi avrebbero fatto vincere le elezioni a Trump scrivendo a manetta su Twitter e Facebook. Insomma, se la storia del Russiagate e di Trump non è una farsa non saprei che altro nome darle. Fino a prova contraria twittare e postare sui social non è reato.
E se dei russi hanno deciso di investire soldi per sostenere un candidato piuttosto che un altro non vedo cosa ci sia da obiettare. In fondo non si è sempre detto e scritto che i cubani e gli ebrei investivano tanti soldi nelle elezioni Usa? E perché loro sì e i russi no? Di sicuro c’è da credere che a Menlo Park e a San Francisco stiano stappando tante bottiglie di champagne.
Grazie a questi grandi scoop, infatti, Twitter e Facebook stanno ricevendo un’immensa pubblicità. Inoltre, vengono anche fatti passare per l’unica panacea in grado di dare corpo a qualsiasi aspirazione. E, quindi, per l’unica e vera fonte di informazione e consenso dando il colpo di grazia finale ai media tradizionali. D’ora in poi, infatti, perché leggere giornali o guardare telegiornali? Perché investire in pubblicità su questi vecchi e inutili mezzi se sono di gran lunga migliori i social?