Giornalista e scrittore
 

Se il ricco Vacchi diventa pure guru

Se il ricco Vacchi diventa pure guru non c’è limite al peggio per una società che si aggrappa a falsi miti

Se il ricco Vacchi diventa pure guru non c'è limite a peggio

Se il ricco Vacchi diventa pure guru non c’è limite al peggio per una società che si aggrappa a falsi miti. Non solo sei nato ricco e non certo per meriti tuoi, ma pretendi pure di dare lezioni di vita.

Hai questa fortuna che ti accompagna da 50 anni e ti godi la vita che sono certo (e ti auguro) ti sorriderà. Probabilmente in tanti ti invidiano. E, a contare i tuoi follower, vorrebbero essere al tuo posto o sognano di percorrere le tue orme. Che bada, non significa che vorrebbero lavorare, ma solo diventare ricchi. Nella maggior parte dei casi non hanno idea sul come fare. Ma il lavoro come mezzo di arricchimento neppure li sfiora.
I tuoi follower, probabilmente, sognano l’unico aspetto della tua vita noto. Ossia il godereccio, l’arricchimento, i soldi per poterlo fare. Ti arrabbi se qualcuno ti fa notare che sei ricco e tieni a precisare che la tua fortuna l’hai fatta lavorando. E per dare corpo a questo astruso concetto parli di start up, marchi, improbabili successi nel campo imprenditoriale di cui ti senti membro di diritto. Eppure, che ci risulti, l’unica tua fortuna si chiama Ima, è una grande azienda, ma tu là dentro non ci metti piede.
È gestita da altri. Un vero imprenditore, se ha voglia di lavorare, se è capace, se non è la pecora nera di famiglia, cerca di rendere solido ciò che la vita (e il babbo) gli hanno regalato. Tu invece hai lasciato quel gioiello in mano ad altri e ti godi la vita grazie al 30% di azioni che detieni.
Un pacchetto che ti permette di vivere al meglio e alla moda. Di avere il jet privato e di circondarti di ciò che di apparentemente bello esiste. E, magari, nei momenti di noia, di inventarti un passatempo che chiami azienda. Hai avuto fortuna e fai bene a spassartela dato che del domani non v’è certezza.
Noi siamo sinceramente contenti per te. Ma, per cortesia, una cosa ti chiediamo: svesti i panni del guru che proprio non fanno al caso tuo. Non venire a dirci come dobbiamo vivere. Evita di dirci che la vita è un dono prezioso che dobbiamo salvaguardare, magari mentre bevi ‘sciampagne’ o trascorri la giornata in barca.
Non ci parlare di resilienza perché – in un momento di relax in cui il cervello ha deciso di chiudere per ferie – proviamo a chiederci cosa tu possa sapere della capacità della vita di trasformarsi da dono in incubo. Cosa tu conosca di Marcinelle e dei nostri tanti connazionali che ancora oggi lavorano in una miniera o in un’acciaieria.
Ci domandiamo cosa tu conosca della difficoltà di vivere sotto un ponte insieme ai tuoi figli piccoli. Se tu sappia qualcosa della difficoltà di arrivare a fine mese. Di guru come te il gossip ce ne ha ammanniti tanti. E tutti puntualmente sono risultati indigesti. Senza contare dei molti che sono pure finiti male perché poi la fortuna, a furia di sputarle in faccia, si incazza e non porge l’altra guancia.

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