Amanda Knox ringrazia e salutando se ne va contenta del processo in Italia perché forse in Usa non si sarebbe salvata
Amanda Knox ringrazia la Corte d’Assise d’Appello di Perugia e se ne va salutando l’Italia non prima di averci ringraziati perché evidentemente sa benissimo che a processo nel suo Paese forse non l’avrebbe fatta franca.
Probabilmente le prove sarebbero state raccolte meglio e la Corte non avrebbe avuto il ragionevole dubbio necessario per assolverla. E quindi sarebbe finita nel braccio della morte. In Italia invece le cose sono andate in maniera, fortunatamente per lei, molto ma molto diversa. E ora è libera. E lo sarà per sempre.
Perché anche se la Cassazione dovesse trovare elementi per sancire un annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado, lei in Italia non tornerà più. E non tornerà più neppure se dovesse essere condannata.
Non siamo stati in grado di ottenere l’espatrio dal Brasile di Cesare Battisti, accusato di delitti ben più gravi. Figuriamoci se riusciremmo ad averlo dagli Usa per la luciferina Amanda.
Nel frattempo gli inquirenti dovrebbero spiegarci perché Rudy Guede è in carcere e loro sono liberi. Se era in compagnia, come hanno sostenuto incriminando Amanda e Sollecito, vuol dire che non sono stati in grado di trovare le prove per confermare la tesi accusatoria.
E se i due non sono stati giudicati colpevoli perché non presenti chi c’era quella sera di quattro anni fa in via della Pergola insieme all’ivoriano? E, soprattutto, c’era qualcun altro? O l’aver indicato la presenza di altre persone complici è un altro errore degli inquirenti? O si è prefeito condannare il più debole salvando gli altri?