Il Mattino non concede presunzione di innocenza a Bossetti definito killer di Yara Gambirasio senza condanna definitiva
Il Mattino non concede la presunzione di innocenza a Massimo Bossetti. In Italia esiste la presunzione di innocenza fino alla pronuncia della Cassazione. Ma evidentemente per Il Mattino di Napoli il prezioso precetto garantista non ha alcun valore. Secondo il giornale napoletano, diretto da Alessandro Barbano, la presunzione di innocenza non esiste per Massimo Bossetti. E ciò nonostante il muratore al momento risulti condannato solo in appello per l’omicidio di Yara Gambirasio.
Un processo, a mio avviso, solo mediatico che vede condannato un uomo senza che si sia superato il ragionevole dubbio. E anche questo concetto, nel nostro ordinamento, ha un valore. Perché in caso di dubbio il processo garantista imporrebbe la sentenza pro reo. In Italia, però, quando bisogna costruire un mostro l’accusa ha gioco facile grazie alla cassa di risonanza di certuni giornalisti compiacenti. Proprio come il titolista del Mattino che, al contrario di chi ha scritto il pezzo, spaccia il muratore di Mapello come killer della giovane Yara.
E, infatti, titola: “Morta la mamma di Massimo Bossetti, killer di Yara: aveva 70 anni ed era malata da tempo”. Non sto qui a ricordare come è andata in passato con Valpreda ai tempi della bomba alla Banca nazionale dell’Agricoltura del 1969. Oppure con Pietro Pacciani ai tempi del mostro di Firenze.
Debbo ammettere che in questo commento sono un po’ di parte perché non ho mai stimato Alessandro Barbano. Ho avuto la sfortuna di incrociarlo sulla mia strada quando collaboravo con il Quotidiano di Lecce. Non lo stimo né come uomo né come professionista. E ovviamente, come mio stile diretto e sincero, ho avuto modo di manifestargli a suo tempo il mio pensiero. E l’ho fatto mettendolo nero su bianco in una lettera che lui, ovviamente, non ha gradito, ma questo a me poco importa.