Giornalista e scrittore
 

Emiliano tra i tafazziani e i ciarlatani

Emiliano e i tanti tafazziani e ciarlatani della sinistra che si perdono in onanismi anziché risolvere i problemi

Emiliano e i tanti tafazziani e ciarlatani della sinistra

Emiliano pare occupare un posto di spessore tra i tafazziani e i ciarlatani della sinistra che si perdono in chiacchiere e onanismi anziché risolvere problemi. Sono maggioranza, sostengono un governo e hanno ottenuto il 40% dei voti alle Europee. Per la prima volta pare che gli italiani abbiano dei rappresentanti che vanno in Europa e dicono ciò che pensano anziché genuflettersi.

Eppure il loro obiettivo è distruggere ciò che di buono è stato costruito senza neppure accontentarsi di ripartire da ciò che c’è. Sono davvero strani animali questi personaggi politici di sinistra. Senza andare molto lontano possiamo ricordare il governo Prodi. Per la prima volta la sinistra va al potere. Ma anziché governare pensando alla gente che dice di rappresentare si concentra su come minare prima e come far cadere poi l’esecutivo. E non si dica che è stata tutta colpa del Paradiso…
Ora sono espressione di un altro esecutivo. Ma anziché sostenerlo e comportarsi da pungolo per fare bene e meglio, cercano di farlo cadere. Giocano a chi la spara più grossa. Pensano ai giochini di potere, tentano di far cadere il segretario del Pd eletto democraticamente dai cittadini. Di D’Alema, Bersani e Cuperlo meglio non parlare perché sarebbe come sparare sugli eroici soccorritori in Abruzzo. Poi c’è quell’altro strano personaggio di nome Emiliano che ormai viaggia sotto investitura divina. Crede di essere il nuovo unto del Signore.
Invece di pensare a governare la Puglia sogna di diventare il dominus della sinistra. Invece di concentrarsi sui problemi seri che attanagliano la sua regione fa come Icaro. Perché lui probabilmente non lo sa, ma al di  sotto della sua Bari ci sono tante cose da fare. Anziché sognare di fare il catalizzatore della sinistra come i suoi sodali che non gli fanno certo onore, pensasse a risolvere il gravissimo problema Ilva.
Pensasse a rimediare all’errore Cerano. Si occupasse di risanare quella bomba ecologica nota come Burgesi prima che il Salento diventi la nuova terra dei fuochi. O rilanciasse lo sviluppo del Salento cominciando dai trasporti come il Frecciarossa soppresso senza che battesse ciglio dopo una prova farsa. Ma ad Emiliano queste cose non interessano perché al di sotto di Bari neppure sa cosa accade.
Perché le sue politiche ariane di soppressione del Salento, le decisioni della sua giunta che dividono e non uniscono, sopprimono e non sviluppano dimostrano chi sia realmente. Come sempre, e per fortuna, sono i fatti a dimostrare a che punto siano le chiacchiere che al momento per il governatore della Puglia sono l’unico biglietto da visita.

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