Gino Paoli evade e l’amico Grillo lo difende a spada tratta nonostante l’accusa di aver nascosto i soldi al Fisco
Secondo l’accusa Gino Paoli evade ma l’amico Beppe Grillo non ci crede e lo difende a prescindere non credendo alle indiscrezioni della Procura di Genova secondo le quali il compagno Gino Paoli si sarebbe comportato poco da sinistra. Perché non è onesto nascondere i soldi al Fisco alla faccia dei lavoratori e degli onesti che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo.
Ha fatto come purtroppo hanno fatto tanti disonesti prima di lui che Beppe Grillo ha sempre attaccato e messo al berlina. Non si capisce però per quale legge doppio pesista questa volta il leader cinque stellato abbia deciso di difendere a spada tratta l’amico Gino Paoli.
Avessero pizzicato Silvio Berlusconi o Matteo Renzi avrebbe invitato la gente a scendere in piazza imbracciando i fucili. Ma siccome stavolta è stato scoperto un suo amico allora lo trasforma in vittima. Ma soprattutto lo scagiona senza neppure il minimo dubbio che abbia commesso il reato che gli viene contestato.
Se prima avevo qualche dubbio sul populismo farsesco del personaggio, condito con elementi similmente dittatoriali e innaffiato da pseudo intellettualismo organico adesso ci sono solo certezze. Il solito vizio all’italiana. Se lo fanno i nemici sono delinquenti a prescindere, se lo fanno gli amici sono vittime (o compagni) che sbagliano.