I gialli di Andrea Camilleri e quelli di Saru Santacroce hanno molto in comune e offrono al lettore un’esperienza unica
I gialli di Andrea Camilleri sono impregnati di quel sapore e di quella luce che solo una persona che conosce molto bene il Sud può gustare pienamente. Caratteristiche che li rendono unici e offrono al lettore un’esperienza davvero unica immergendolo in un’atmosfera quasi magica. Molto spesso la trasposizione cinematografica non riesce a cogliere la bellezza del libro al quale il film si ispira. Però noi tutti abbiamo imparato ad apprezzare la riuscitissima serie del commissario Montalbano. Una serie capace di cogliere i punti salienti dell’opera dello scrittore siciliano.
Non ho alcuna pretesa di perdermi in voli pindarici. Ma non posso non cogliere le similitudini che molti lettori hanno saputo cogliere tra i gialli di Andrea Camilleri e quelli di Saru Santacroce. Si tratta di romanzi noir che hanno molti punti in comune. E che offrono al lettore il gusto per la lettura e per la scoperta di luoghi incantevoli che fanno da sfondo a storie intrise di mistero e suspense.
Per esempio, ciò che accomuna i gialli di Andrea Camilleri e quelli di Saru Santacroce è l’amore per la terra di origine. E’ vero che i gialli di Saru Santacroce hanno come sfondo varie località e diverse città. Ma il cronista porta sempre con sé il suo Salento con i suoi modi di dire e le sue peculiarità che lo rendono unico e tanto amato. I gialli del cronista salentino, infatti, sono ambientati nel Salento, in Puglia, ma anche in Calabria, a Londra, a Napoli e a Bologna.
Il Salento fa da sfondo al giallo Il dio danzante – delitto nel Salento. A Napoli è ambientato l’ultimo arrivato, il giallo L’ottavo giorno – la debellazione. A Londra c’è il thriller psicologico Vite Spezzate. In Calabria ha trovato la luce il giallo L’intrigo – guanti puri e senza macchia. Questo giallo al momento non è disponibile. Tremiti di paura è ambientato alle Isole Tremiti. Mentre sullo sfondo di Gioco mortale e Il filo rosso c’è Bologna.
Un altro legame tra i gialli di Andrea Camilleri e quelli di Saru Santacroce è l’uso del dialetto. Camilleri usa il siciliano, Saru Santacroce il salentino. Due dialetti comunque molto simili che conservano il loro fascino e che certe volte contribuiscono a dare un ulteriore tocco di mistero alle storie. E attraverso la lettura è possibile imparare o rinfrescare termini che fanno ancora parte dello slang salentino o siciliano anche se tendono a scomparire perché poco noti alle nuove generazioni. Un modo anche per preservare un pezzo di cultura italiana.
In comune tra i gialli di Andrea Camilleri e quelli di Saru Santacroce c’è il modo di pensare e sviluppare la trama. Infatti, intorno alla storia principale prendono forma altre vicende che hanno comunque un legame con l’evento cardine sul quale viene impostato l’intero giallo. Vicende che, a seconda dei casi, vengono pensate per apportare ulteriore mistero o suspense oppure un tocco di sana follia piuttosto che un pizzico di ilarità o un goccio di sensualità.
Se ti piacciono i gialli di Andrea Camilleri, hai certamente davvero tante buone ragioni per leggere uno dei gialli del cronista salentino Saru Santacroce e imparare a conoscere il giornalista più onesto e simpatico del panorama letterario italiano. Nel caso tu l’abbia già letto, lasciaci le tue impressioni raccontando cosa ti è piaciuto e cosa no. Se, invece, non hai ancora avuto modo di conoscerlo, approfitta dell’offerta e lasciati sorprendere dai suoi gialli.