Giornalista e scrittore
 

Il no di Mattarella al governo

Il no di Mattarella al governo di Lega e M5s senza un’alternativa pur di fare un favore ai saurocrati di Bruxelles

Il no di Mattarella al governo di Lega e M5s contro il Paese

Il no di Mattarella al governo di Lega e M5s va contro il Paese e i suoi interessi. E fa pensare che il Colle abbia detto no al governo di Lega e M5s senza neppure avere un’alternativa pur di fare un favore ai saurocrati di Bruxelles nazo-diretti. Nonostante i pennivendoli prezzolati si diano da fare per difendere Mattarella sono i fatti che li smentiscono impietosamente.

La vicenda Cottarelli dà anche la misura dell’intelligenza politica del presidente della Repubblica. Dopo aver negato al centrodestra di andare in Parlamento a chiedere la fiducia, ha puntato le sue carte su un ex membro del Fmi. Un personaggio che rischia di non avere neppure un voto tranne, magari, quelli dei rimasugli di sinistra animati da mal di pancia e revanscismo. Debbo al contrario riconoscere l’intelligenza politica di Giorgia Meloni che ha messo questi teatranti con le spalle al muro.
E lo ha fatto dicendosi disponibile a votare un governo M5s-Lega pur di dare un esecutivo al Paese. Un modo per uscire da questa palude nel quale siamo finiti proprio grazie alle scelte poco lungimiranti di Mattarella. Ennesima gaffe, invece, per Di Maio che ha dimostrato non solo di non avere scaltrezza politica ma neppure intelligenza. Davvero un grossolano errore lanciarsi nella triste idea dell’impeachment come Icaro con le ali di cera incontro al sole. In tutto questo abbiamo anche avuto la prova di chi realmente comanda in Italia grazie a Günther Oettinger, commissario europeo per il bilancio.
Il politico tedesco ci ha detto chiaramente perché all’improvviso aumenta lo spread e perché si creano tensioni sull’economia di un Paese. Accade con il fine di spaventare l’opinione pubblica e spingerla a non votare per forze o progetti nuovi. Esattamente la stessa strategia che ha usato per 50 anni la Dc per dominare in Italia. Ogni volta che correva il rischio che dalle urne uscisse un risultato contrario e magari innovativo dovevamo fare i conti con un attentato o una strage. Chi conosce questi meccanismi infami lo sa bene. Un fatto grave, così come la paura, vanno proprio a vantaggio di chi rappresenta l’autorità costituita evitando eventuali gesti innovativi proprio a favore dello status quo.

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