Giornalista e scrittore
 

La stampa dirada le nebbie

La stampa dirada le nebbie come spiega Senza Bavaglio che approfondisce l’argomento attraverso dottrina e giurisprudenza

La stampa dirada le nebbie come spiega Senza Bavaglio

La stampa dirada le nebbie solamente quando è libera e in tal modo aiuta le nazioni e i popoli a progredire. Lo spiega molto bene e in maniera approfondita il saggio giuridico Senza Bavaglio. Un saggio che affronta l’argomento attraverso il corposo e lungo lavoro interpretativo di dottrina e giurisprudenza. Il ruolo della stampa era al centro de Il Lombardo, un foglio di ispirazione repubblicana, che lo scriveva nel 1848. Questo “giornale” rivoluzionario restò in vita appena 12 giorni, dal 25 marzo al 5 aprile 1848. Ma aveva le idee chiare quando sosteneva che “il giornalismo è il sole che dirada le nebbie”. Peccato che, con gli occhi di oggi, si abbia l’impressione che svolga un compito esattamente contrario. Non mirato a diradare le nebbie, bensì a renderle più fitte impedendo in tal modo di avere un quadro veritiero della realtà.

Convinto che la stampa aiuti il sole a fare capolino e a portare luce, il 25 marzo 1848 scriveva: “Incontrastabile è la somma influenza che esercita sull’andamento della cosa pubblica il giornalismo condotto con saviezza di principi ed esercitato col santo scopo di giovare al proprio paese. Basta dare un’occhiata all’Inghilterra, alla Francia e agli Stati Uniti dell’America. Ciò per convincersi che dove il giornalismo è forte e diffuso le nazioni avanzano rapidamente nelle vie del progresso e della civiltà, da cui soltanto possono derivare l’elevazione ed il benessere dei popoli”.
E aggiunge: “Il giornalismo è il sole che dirada le nebbie dell’ignoranza. Che svolge e matura i grandi sistemi della civilizzazione. È la luce che scopre e addita i bisogni della società. Ma anche la forza che spinge i governi a provvedervi. È la spada che uccide la tirannide. Il faro che guida pel vasto oceano della politica, dell’economia pubblica, della scienza, dell’arte”.
Il giurista Massimo Luciani afferma che “la libertà di manifestazione del pensiero e la libertà di informazione vengono collocate non solo tra i valori fondamentali nell’ordinamento. Ma anche tra quelli che dell’ordinamento sono fondanti”. Mentre il giurista Ernest Heinitz scrive: “La libertà della stampa non è più soltanto diritto di libertà dell’individuo di manifestare il proprio pensiero col mezzo della stampa. Ma si tratta del complesso dei diritti di una istituzione considerata dal legislatore come uno dei pilastri della democrazia”.
Concetti che dovrebbero far riflettere a fronte della triste situazione che oggi è sotto gli occhi di tutti. Laddove il giornalismo non è sinonimo di cane da guardia della democrazia bensì azione di lobbying per biechi interessi di parte. Questo e molti altri sono gli argomenti al centro del saggio giuridico Senza bavaglio.
Argomenti che vengono affrontati e approfonditi partendo da uno studio molto accurato dell’articolo 21 della nostra Costituzione, uno dei punti cardine della nostra Carta. Del resto, ha ragione Massimo Luciani quando parla di diritto dell’informazione – il cuore dell’articolo 21 – come di un valore fondante dell’ordinamento. O come fa Ernest Heinitz che a ragione definisce il diritto dell’informazione e la libertà di manifestazione del pensiero come pilastri della democrazia.

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