Giornalista e scrittore
 

Libertà di informazione e di stampa

Libertà di informazione e di stampa in Senza Bavaglio, il saggio che tratta il tema attraverso dottrina e giurisprudenza

Libertà di informazione e di stampa in Senza Bavaglio

Il concetto di libertà di informazione e di stampa sono al centro di Senza Bavaglio, il saggio giuridico che tratta questo tema complesso e delicato in maniera approfondita e critica attraverso il lavoro di dottrina e giurisprudenza. Al giorno d’oggi la stampa – intesa come sistema dei mass media – è divenuta sinonimo di informazione. E la sua evoluzione ha segnato quella dell’espressione del pensiero. Ma è corretto parlare di osmosi tra stampa e informazione? Parrebbe di sì. Perché, in fondo, il pensiero assume valore giuridico solo quando viene manifestato e perché ciò avvenga è necessario il mezzo. Anche la parola e i gesti, il cinema e le riunioni, così come la radio, la tv, la carta stampata e Internet, sono un mezzo di comunicazione del pensiero. Il pensiero, quindi, diventa manifesto grazie ai mass media oggi indicati con il termine generico di stampa.

E pure i social media sono dei mezzi che fanno informazione. Anche se c’è chi li usa per spargere fake news. Su questo aspetto, a dire il vero, ci sarebbe tanto da dire. Infatti, leggendo ciò che viene scritto sui giornali siamo invasi dalla spiacevole sensazione di fatica non solo per capire quale sia la verità, ma anche semplicemente comprendere i fatti.
Quando l’articolo 21 della Costituzione afferma che tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero riconosce il valore e il ruolo dei mezzi di comunicazione. E, quindi, la loro osmosi con pensiero e informazione. Barile al proposito parla di endiadi. L’autore riconosce che manifestazione e divulgazione non sono che due facce della stessa medaglia. Di conseguenza ritiene coperte dalla stessa garanzia costituzionale manifestazione e diffusione del pensiero. In realtà, non è stato un percorso semplice giungere a questa considerazione. Ecco perché si parla di lungo e laborioso lavoro di dottrina e giurisprudenza. Un lavoro mirato a interpretare il dettato costituzionale.
«Dal punto di vista giuridico – chiarisce il Fois – sarebbe meglio tenere distinti i due aspetti. Ciò anche al fine di precisare il rapporto che fra essi intercorre. E di valutare le conseguenze che da tale rapporto derivano… Ma non si può non ricordare che la libertà di pensiero tutelata dalla nostra Costituzione deve essere considerata sempre in quanto rivolta ad altri soggetti». Ossia manifestata, espressa.
Dunque, dire libertà di stampa o libertà di informazione o libertà di manifestazione del pensiero ha lo stesso valore. «Non si tratta di due diverse libertà, ma della stessa libertà – afferma il giurista Giacomo Delitala – che la Costituzione considera prima nel suo aspetto sostanziale. E poi in quello strumentale quando garantisce che la stampa, tipico mezzo di espressione e di diffusione del pensiero, non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».
Alla stessa conclusione è arrivato anche Vezio Crisafulli. «La formula ‘libertà dell’informazione’ è venuta in larga misura a prendere il posto delle formule ottocentesche della ‘libertà di opinione’ o della ‘libertà di stampa’. Quest’ultima ellitticamente riassuntiva del mezzo allora storicamente prevalente e di maggiore importanza».

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