Lobby non temono Greta che difende il pianeta dalla fine e anzi potrebbero usarla per i loro interessi
Le lobby non temono Greta che difende il pianeta dalla sua fine, almeno per come ce la descrivono. Qualcuno vorrebbe farci credere che una ragazzina svedese sconosciuta e la protesta degli studenti del venerdì saranno in grado di cambiare il mondo. Che avranno la forza di infondere quella svolta ecologista che finora nessuno ha dimostrato di volere realmente.
Non mi pare che Greta Thunberg sia la prima o l’unica a protestare in difesa del pianeta. Molti ce ne sono stati prima di lei e tanti, ci si augura, ce ne saranno dopo. Eppure finora mai nulla è cambiato, purtroppo. Pertanto, mi chiedo perché le lobby degli idrocarburi dovrebbero essere spaventate proprio adesso. Tranne che Greta non sia la trovata di qualche genio del marketing al soldo dei vari potentati.
Perché in tal caso la protesta ecologista potrebbe davvero portare buoni frutti. Ma non per il pianeta, sia ben chiaro. Bensì per coloro che cavalcheranno l’onda ecologista. Per esempio per coloro che vendono nuove auto. Lobby in grado di ‘convincere’ i politicanti del momento a far rottamare le vecchie vetture ora in circolazione. E nel nome di questa nuova moda, d’incanto, milioni di automobilisti, che faticano ad arrivare a fine mese, saranno costretti ad acquistare una macchina nuova.
E se non ce la fanno, peggio per loro. Andranno a piedi. E pazienza se perderanno il lavoro non avendo un mezzo per arrivarci. Perché in nome della green economy si possono pure sacrificare dei posti di lavoro. Le lobby non temono Greta che difende il pianeta. Il risparmio energetico e la riduzione dell’inquinamento sono obiettivi di tutti. Sfido chiunque a dire che non sia disposto a fare qualcosa per salvare il pianeta. Non fosse altro che per i propri figli.
Ma in cosa consisterà questa ondata new green? Nell’uso di auto elettriche al posto di quelle ad idrocarburi? Allora abbiamo fatto bingo. Perché vari studi hanno dimostrato che attualmente un’auto elettrica è maggiormente impattante delle altre. Per farla funzionare, infatti, serve più energia e per ottenerla occorre sfruttare maggiormente le centrali atomiche dato che le fonti alternative non bastano. Pertanto, ben venga una maggiore consapevolezza ambientalista. Basta, però, che non si riveli l’ennesima trovata delle lobby per spillare più soldi ai cittadini con la complicità della politica senza alcun risvolto in cambio. Perché di queste svolte finora ne abbiamo viste tante. Peccato che abbiano apportato più benefici alle lobby che alla salute pubblica.